Gli effetti psicologici del coronavirus, parlano i cittadini: video

Sono trascorsi ormai quasi 11 mesi da quando è scoppiata l'emergenza sanitaria, un lungo periodo in cui le abitudini quotidiane sono state completamente stravolte. Tra paure e incertezze, ecco come i calabresi affrontano la pandemia 

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di Rossella  Galati
16 gennaio 2021
12:09

Depressione, ansia, stress, sono le conseguenze sulla salute mentale della pandemia. Dopo undici mesi di incertezze, cresce nella popolazione la paura di quello che sarà il futuro. In molti si sono, in un certo senso, adeguati a questa nuova normalità, figlia del Covid-19; altri fanno fatica ormai a convivere con le regole imposte per contrastare la diffusione del virus. «È pesante perché speravamo di tornare ad una quasi normalità con l’inizio dell’anno – commenta una signora - e invece ancora non si sa per quanto ancora tutto questo durerà» «È uno stillicidio – aggiunge una giovane donna -. Continuiamo a sentirci dire che a breve vedremo la luce ma secondo me non sarà così. E in ogni caso l’incertezza su quanto durerà e la sfiducia rispetto a quello che ci dicono, perché ormai non crediamo più a niente, appesantiscono decisamente la situazione».

La mancanza degli abbracci

Mancano le abitudini quotidiane, mancano le relazioni: «Mi manca tanto la vicinanza – è il commento di un’altra cittadina – manca potersi abbracciare, baciare, stare con i propri cari. Io vado spesso a trovare mia madre e non la posso abbracciare come vorrei».


I giovani e la dad

E se da una parte gli adulti sembrano reagire meglio ad un evento senza precedenti poiché più propensi ad adattarsi a situazioni inaspettate, dall’altra preoccupano le conseguenze psicologiche soprattutto sui più giovani. «Io ho due figli che seguono la didattica a distanza – racconta un papà – e vedo che soffrono. Hanno perso un anno della propria vita, un anno di socializzazione». «Io sono proprio esaurita – commenta una mamma – ho quattro figli in dad, ora stiamo andando a fare i tamponi perché lunedì devono rientrare a scuola. E loro sono molto stanchi».

Cercare il lato positivo

Ma nonostante tutto c’è fortunatamente chi riesce a vedere sempre il lato positivo delle cose: «Io ho compiuto 86 anni il 10 gennaio – racconta un cittadino vibonese – e cerco di reagire a tutto questo. Siamo chiusi in casa e allora si legge, si studia, si fanno telefonate ad amici e parenti. Anche nelle circostanze più brutte, noi dobbiamo cercare il lato positivo».

 

Giornalista
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