Il ruolo del social media nell’educazione sessuale, l’esperta Bianco: «I giovanissimi preferiscono doctor Google»
VIDEO | La professoressa ordinaria di Igiene generale e applicata dell'Università Magna Graecia di Catanzaro: «Bisogna utilizzare il giusto linguaggio per far capire che è un argomento molto serio che va a influenzare la salute»
Social media e adolescenti, un connubio ormai inscindibile che ha ricadute anche sul rapporto tra giovani e salute. Lo conferma Aida Bianco, professore ordinario di igiene generale e applicata dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, Dipartimento scienze mediche e chirurgiche, che pone l'accento sulla necessità di verificare le informazioni prima che arrivino ai ragazzi da canali non controllati: «Nel corso degli studi portati avanti dal gruppo di ricerca che coordino abbiamo capito che i social media rappresentano una fonte di informazione anche in tema di salute molto rilevante. Soprattutto le giovani generazioni preferiscono ricevere le risposte alle loro domande da "doctor Google" e questo è un dato che le autorità sanitarie non possono trascurare».
«L'educazione sessuale è ancora un tabù»
Dunque una società, la nostra, che in poco più di un decennio è radicalmente cambiata e nella quale internet è diventato la principale fonte di informazione per dubbi e curiosità anche sulla sessualità. «L'educazione sessuale è ancora un tabù - conferma la Bianco - nonostante la grande rivoluzione sessuale in atto. Per cui bisogna utilizzare il giusto linguaggio per far capire che è un argomento molto serio che va a influenzare la salute».
Su questo e su altri aspetti legati alla sfera sessuale, il team della specialista ha avuto modo di confrontarsi con i giovani studenti catanzaresi nel corso della recente edizione della Notte dei ricercatori: «Abbiamo capito che gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado sono effettivamente molto curiosi sull'argomento e abbiamo avuto l'opportunità di chiarire per esempio come oggi l'infezione da Hiv sia assolutamente prevenibile non solo attraverso il semplice utilizzo del condom durante ogni rapporto sessuale ma anche nel caso di un comportamento a rischio, per esempio nel caso di un rapporto occasionale non protetto, eseguendo un test di screening, un test diagnostico che oggi in Italia viene offerto gratuitamente, in anonimato. La domanda che più frequentemente ci viene posta dai ragazzi è quando poter effettuare il test. Intanto c'è da dire che non è prescrivibile dal medico e non va fatto subito dopo questa condizione di rischio ma bisogna aspettare dalle sei alle otto settimane per rendere dosabili gli anticorpi contro il virus nel sangue».