L'ospedale Pugliese cerca di riordinare i conti: ok al piano per acquistare beni e servizi

A Catanzaro varato il programma biennale: un primo passaggio per arrestare la catena di appalti prorogati. L'obiettivo è contenere i costi

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di Luana  Costa
27 maggio 2020
15:48

Un primo seppur parziale "tappo" alla voragine degli appalti pubblici prorogati, l'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro ha deciso di metterlo con l'approvazione del programma biennale per l'acquisto di beni e servizi. Un piano dal «valore strategico» - scrive il management nella delibera che accompagna il provvedimento - e ritenuto utile «non solo ai fini della programmazione degli acquisti ma anche per monitorare il rispetto delle forme di acquisto ed il contenimento dei costi da un esercizio all'altro».

L'ombrello delle proroghe

E, nei fatti, il vero problema risiede esattamente nel monitoraggio degli appalti pubblici. Una gestione finora disinvolta, mal governata tanto da culminare in una serie progressiva di proroghe dei contratti divenute antieconomiche per via dell'impossibilità di comparare sul mercato i prezzi di acquisto di beni e servizi. La maggior parte di questi continuavano ad essere acquisiti da società private per effetto di gare datate nel tempo, mai più ribandite ma solo prorogate di anno in anno. L'istituto della proroga sugli appalti era una pratica tanto invalsa all'ospedale da indurre nei mesi scorsi i vertici aziendali ad istituire una unità di crisi per vigilarne le evoluzioni. 


Appalti bloccati

Numerose quelle rimaste bloccate ma a cui oggi si spera di ridare fiato attraverso il duplice strumento della programmazione biennale e dei contratti ponte che consentiranno di rinegoziarne i termini in attesa di tornare sul mercato con gare ad evidenza pubblica. Per ora si continuerà ad operare sotto l'ombrello della proroga ma con la prospettiva di avviare al più presto procedure competitive di mercato per migliorare le performance aziendali sugli acquisti.  

Il contenimento dei costi

Insomma, l'obiettivo resta il contenimento dei costi, così come perorato dal management nelle premesse della delibera. E non si parla di bruscolini dal momento che l'azienda ospedaliera macina ogni anno una media di 73 milioni di euro per l'acquisto di dispositivi medici e di servizi; ad esempio, la mensa, la vigilanza, la lavanderia e l'assistenza tecnica per i software aziendali.

Centinaia di migliaia di euro sono stati risparmiati attraverso la sottoscrizione di convenzioni con la Consip, la centrale di acquisti nazionale. Ma il beneficio finale in termini di abbattimento dei costi è ancora di là da venire e passerà attraverso lo sfoltimento delle procedure cresciute in questi anni in maniera selvaggia.

Giornalista
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