Ospedale Cetraro, lavori non finiti e due terzi del reparto Covid a rischio

VIDEO | I primi dieci pazienti erano giunti dopo che il primo padiglione era stato realizzato in tempo record. L'arrivo degli altri venti sembra messo in discussione da locali incompleti e mancanza di arredi

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di Francesca  Lagatta
21 novembre 2020
18:33

Stanze carenti di arredi, materiali e attrezzi di lavoro lungo il corridoio e locali incompleti. Si presenta così il padiglione dell'ospedale di Cetraro che già nei giorni scorsi avrebbe dovuto ospitare altri dieci pazienti Covid, dopo l'arrivo dei primi dieci registrato nella giornata di domenica scorsa. Non va meglio nel terzo e ultimo padiglione, che dovrebbe ospitare i rimanenti dieci posti letto, dove i lavori non sono neppure cominciati e le stanze, allo stato attuale, non sono dotate neppure dei servizi iginici. Pertanto, al momento non è possibile sapere quando gli altri ammalati Covid potranno essere presi in carico.

Mancano fondi e piano organizzativo

Le operazioni di conversione in reparto Covid risentono fortemente della mancata programmazione. Il presidente facente funzioni Nino Spirlì ha emesso una ordianza, la n° 85 del 10 novembre 2020, che prevede in diverse aree della regione l'attivazione di ospedali Covid-19 e la trasformazione di posti letti di area medica in posti letto Covid-19, ma al presidio Gino Iannelli di Cetraro non è arrivato alcun piano organizzativo. Non è ancora chiaro se e quando saranno elargiti fondi per la realizzazione del reparto né se è prevista l'assunzione di nuovo personale sanitario, numericamente carente ancora prima dell'arrivo della pandemia. L'ospedale di Cetraro già nella primavera scorsa ha ospitato un reparto Covid, ma allora i posti letti dedicati ai pazienti affetti da coronavirus erano soltanto sei.


Il primo padiglione realizzato in tempi record

Dopo la recente ordinanza di Spirlì, i lavori edili del primo padiglione sono proseguiti spediti, tanto che sono stati ultimati nel giro di pochi giorni, e i primi dieci pazienti sono arrivati con un ritardo di sole 24 ore. Gli stessi medici e infermieri hanno lavorato nel reparto giorno e notte per essere in linea con i tempi. Ma ora, col passare dei giorni, le operazioni si fanno sempre più difficili e senza un intervento veloce delle istituzioni, l'arrivo e le cure di altri venti pazienti sono seriamente messi in discussione.

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