Ospedale Praia, compensi dei medici salatissimi per servizi da centro di assistenza primaria

Secondo quanto si legge in un documento, la reggente reggente dell'Asp di Cosenza, Erminia Pellegrini, ha messo in evidenza tutte le controversie legate alle incertezze sulla natura del presidio praiese, nonostante una sentenza esecutiva ed inoppugnabile del Consiglio di Stato

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di Francesca  Lagatta
23 ottobre 2019
12:16

Gira e rigira, quando si parla di sanità calabrese è impossibile non individuare sprechi o contraddizioni. L'ultimo misfatto arriva dall'ospedale di Praia a Mare, da anni al centro di una bufera mediatica. Secondo un recente documento a firma della dirigente reggente dell'Asp di Cosenza, Erminia Pellegrini, si scopre che nemmeno gli addetti ai lavori sanno con certezza se sia un Capt o un ospedale, ma che, nel dubbio, anestesisti medici costano all'ente pubblico come i colleghi che operano in un ospedale h24 e ricorrono al metodo delle prestazioni aggiuntive.

Capt o ospedale? Questo è il dilemma

Nonostante la sentenza del Consiglio di Stato (20 maggio 2014), l'annosa vicenda della riconversione dell'ospedale di Praia a Mare non può ancora considerarsi conclusa. L'ex ospedale civile, infatti, era stato riconvertito in Casa della salute (che in realtà non è mai diventata) il 1° aprile 2012 per effetto del piano di rientro sanitario regionale.


Nel frattempo si è trasformato in un Capt, un centro di assistenza primaria territoriale, che nelle sua organizzazione non prevede la rete emergenza/urgenza. Un gravissimo disservizio per un presidio di frontiera che negli anni ha provocato morti e disagi senza fine. Sulla base di ciò, tenendo conto dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, i giudici del Consiglio di Stato hanno ordinato il parziale annullamento degli atti di riconversione, con il conseguente ripristino dei servizi offerti fino al 31 marzo 2012. Pertanto, la rete emergenza/urgenza doveva essere riattivata immediatamente e il presidio sarebbe dovuto tornare ad essere un vero e proprio ospedale. Ma tra inaugurazioni farlocche e mancate promesse della solita politica calabrese, il presidio è rimasto quello che era diventato dopo la riconversione e ad oggi non esiste un pronto soccorso, bensì un punto di primo intervento e della sala operatoria non si vede nemmeno l'ombra.

Le costosissime prestazioni aggiuntive

Affinché i medici riescano a coprire i turni di 24h, si ricorre alle prestazioni aggiuntive, la cui retribuzione avviene «in regime di libera professione intramoenia (al di fuori dell'orario di lavoro) a carico del bilancio aziendale, con un valore orario di 60 €». Di qui le legittime preoccupazioni della dottoressa Pellegrini, la quale, rivolgendosi al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria e e al commissario ad acta alla sanità Saverio Cotticelli, evidenzia nel documento che «occorrerebbe definire in maniera inequivocabile se la struttura di Praia sia da considerarsi, secondo le vigenti normative e alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, presidio ospedaliero o ancora Capt. Tale precisazione - specifica - riveste carattere di estrema urgenza al fine della tutela dei pazienti, degli operatori e per giustificare i costi ad oggi sostenuti per garantire i turni (h24) ricorrendo allo strumento delle prestazioni aggiuntive di medici anestesisti e medici della Mcae (Medicina e Chirurgia di accettazione ed emergenza)».

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