Ospedale della Piana, 17 anni per il progetto: è solo il primo step

La ricostruzione dell'iter che ha portato al risultato di oggi: tra l’annuncio e la consegna del progetto definitivo si è assistito al peggio che la burocrazia statale può offrire

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di Francesco Altomonte
31 ottobre 2018
12:49

Diciassette anni dopo avere scelto Palmi come sede del nuovo ospedale della piana di Gioia Tauro è arrivato l’annuncio della consegna del progetto definitivo. Tempi lunghi, anzi lunghissimi, per un’opera attesa da un territorio di circa 180mila abitanti scoraggiato da anni di tagli indiscriminati al sistema sanitario. Un progetto, quindi, che giunge con circa 10 anni di ritardo sulla tabella di marcia. Tra l’annuncio e la consegna del progetto definitivo si è assistito al peggio che la burocrazia statale può offrire.


L'amministrazione comunale

«Accogliamo con soddisfazione – scrivono gli amministratori di Palmi sulla pagina Facebook dell’ente - la notizia della consegna del progetto definitivo per la costruzione del Nuovo Ospedale della Piana. La consegna del progetto definitivo è avvenuta nella giornata di ieri ed il nostro Ente è stato prontamente informato. Alla consegna del progetto seguirà adesso una prima fase di verifica, attuata dalla Regione Calabria, che dovrebbe concludersi nel giro di circa due settimane. In seguito, entro il mese di novembre verrà poi indetta la Conferenza dei Servizi. Siamo contenti del fatto che l’Iter stia andando avanti, pur consapevoli che si stiano recuperando ben 10 anni di ritardo, ma siamo convinti del fatto che con fiducia, impegno e duro lavoro otterremo un grande obiettivo per tutta la Piana».


 

Le dichiarazioni di Oliverio

Sui ritardi nella costruzione dell’ospedale della piana si è detto tutto e il contrario di tutto negli ultimi dieci anni. Negli ultimi mesi ci si era messo anche il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio a rilasciare dichiarazioni al veleno e, forse poco chiare, parlando dell’assenza di una relazione idrogeologica come causa dei ritardi e criticando chi ha scelto siti non idonei alla costruzioni di ospedali. Insomma, tanta confusione e poca chiarezza su un tema molto delicato qual è quello della sanità in Calabria. In questo calderone sono andate fomentandosi le versioni più disparate, tutte o quasi tendenti al disfattismo. Forse sarebbe stato più facile raccontare le cose come stavano: nel 2015 la costruzione dell’ospedale della piana era stata assegnata su un progetto preliminare pagato dalla Regione 2,3 milioni di euro e, nonostante i ritardi iniziali, tutto sembrava filare liscio, almeno fino all’inchiesta Anas che in Sicilia aveva travolto i vertici di Tecnis spa, capofila del raggruppamento di aziende che si erano viste assegnate i lavori e la gestione trentennale della struttura. Indagine che ha portato all’interdittiva antimafia per Tecnis e al naturale stop nell’iter di studio e progettazione definitiva.

 

Il senso di insicurezza

Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Giunta regionale, tra settembre e ottobre 2017, erano servite solo a infondere un senso di insicurezza nei cittadini della piana di Gioia Tauro che si ritrovano con una sanità azzoppata da anni di tagli e chiusure.
La Giunta regionale della Calabria, infatti, riunitasi il 29 settembre 2017, aveva deliberato di dare mandato all'Avvocatura regionale, «di verificare la possibilità di intraprendere azioni risarcitorie nei confronti di “Infrastrutture lombarde” ed altri eventuali soggetti responsabili dei danni causati dai gravi errori fatti nel corso degli adempimenti della progettazione dei tre nuovi ospedali calabresi».

 

Le controversie burocratiche

«Evidenti errori procedurali e di progettazione, a partire, in alcuni casi, dalla scelta dei siti, risultati non idonei, dal punto di vista idrogeologico - secondo la Giunta - hanno determinato gravi ritardi e costi aggiuntivi necessari per la messa in sicurezza degli stessi…». Posto che il sito di Palmi avrebbe dato del filo da torcere ai tecnici incaricati della redazione del progetto definitivo, a smentire la presa di posizione della politica erano le dichiarazioni dell’ingegnere Gidaro: «Problemi inedificabilità non ne emergono», quindi si può procedere. Sul versante delle accuse rivolte alla società lombarda, aveva risposto nel merito il direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Guido Bonomelli. «La relazione idrogeologica c’è – aveva dichiarato il manager – noi abbiamo fatto tutto quello che ci era stato chiesto di fare. Tant’è che nessuno ci ha mai contestato nulla dal 2011. Il progetto venne approvato dal Ministero e verificato e validato dalla Regione Calabria stessa tramite il Rup».

L’amministrazione annuncia l’intenzione di continuare «a vigilare giorno dopo giorno, passo dopo passo, come fatto finora, per assicurarci che il cammino intrapreso prosegua per come previsto, nell’interesse esclusivo dei cittadini di Palmi e dell’intera Piana».
Con il fiato sospeso, adesso, tutti sperano che non si vada incontro a nuovi stop e che non servano altri 17 anni prima dell’inizio della costruzione del nuovo ospedale.

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