«Come formiche in cerca della cura al Covid». Parla il calabrese scopritore della quercetina

La sostanza naturale presente in numerosi vegetali tra cui la cipolla rossa potrebbe essere l'arma più efficace contro la malattia. Bruno Rizzuti, ricercatore di Castrovillari, è l’autore della ricerca condotta dal Cnr-Nanotec di Cosenza. «La comunità scientifica come un formicaio, ognuno al lavoro per un risultato comune. Ecco cosa abbiamo scoperto» 

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di Vincenzo Alvaro
6 settembre 2020
10:05
Bruno Rizzuti
Bruno Rizzuti

La quercetina è una molecola di origine naturale che inibisce Sars-Cov-2 ed è presente in abbondanza in vegetali comuni. La sua funzione inibitoria nei confronti del virus pandemico che ha messo in ginocchio il mondo è arrivata da una ricerca condotta dal Cnr-Nanotec di Cosenza, supportato dalla Fundación hna spagnola e che è stato pubblicato su International Journal of Biological Macromolecules.

«Orgoglioso di essere calabrese»

Autore di questo studio è Bruno Rizzuti, ricercatore castrovillarese «orgoglioso di essere calabrese e di essere cresciuto a Castrovillari» dove ha studiato da giovane al Liceo Scientifico “Enrico Mattei” prima di laurearsi e condurre il dottorato in fisica a Cosenza.


Improvvisa notorietà

Da li è partito per Firenze da dove fa la spola tra Toscana e la città bruzia per via del suo lavoro attuale. Due giorni fa è finito nei telegiornali di tutto il Paese per descrivere le risultanze della ricerca di cui è protagonista insieme ad altri colleghi. Da uomo di ricerca non avvezzo alle vetrine è rimasto «lusingato innanzitutto» dalle manifestazioni di affetto e di vicinanza di tanti che lo hanno contattato, inclusi vecchi amici che non sentiva da tempo, e con i quali questa è stata l'occasione per riprendere contatto.

Si dichiara «anche abbastanza sorpreso dalla dimensione che la notizia ha assunto, anche se è normale – aggiunge - che sull'argomento Covid-19 ci sia un'attenzione molto elevata». E infine col passare delle ore anche «abbastanza guardingo, perché è importante sottolineare l'importanza di una ricerca, ma anche non dare informazioni o anche solo impressioni che potrebbero essere fraintese su un argomento così delicato».

Ecco come funziona la quercetina

Perché mentre il mondo cerca un vaccino efficace contro il Covid 19 si continua a lavorare sullo sviluppo di farmaci antivirali specifici per il coronavirus che rappresenta un altro grosso filone di studi che il mondo della scienza ha avviato per vincere il nemico pandemico.

Il nuovo lavoro - condotto da Rizzuti del Cnr-Nanotec con un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid - dimostra che la quercetina blocca l'attività enzimatica di 3CLpro, una delle principali proteine del virus, fondamentale per il suo sviluppo, risultando così letale per SARS-CoV-2.

«Molecola tra le più promettenti»

«Non abbiamo ancora un vaccino e non abbiamo ancora un farmaco antivirale contro questo coronavirus. Tutte le notizie che si rincorrono riguardano passi in avanti in queste direzioni, e anche questa scoperta appartiene alla categoria in questione. Difficile dire quanto la quercetina potrà aiutare nello sconfiggere il coronavirus. Quello che è certo è che una molecola tra le più promettenti. Peraltro non è brevettata, e tutti quelli che ne hanno le competenze possono concorrere a migliorarla».

La collaborazione con i colleghi spagnoli

Qualche mese fa fu contattato dai colleghi spagnoli che erano già partiti con su questo tema di ricerca perché il leader del progetto di ricerca aveva lavorato già allo sviluppo di farmaci per il virus SARS originario del 2003, che fortunatamente è scomparso spontaneamente. «Con questi colleghi – spiega Rizzuti - c'era già una lunga collaborazione su altre molecole farmacologiche, quindi è stato naturale per loro rivolgersi a me. Loro sono esperti sperimentali, io un teorico: c'è una complementarità di competenze. Mi hanno chiesto di fare delle simulazioni al calcolatore per confermare i loro risultati iniziali, e per ampliarli per quanto mi era possibile».

Rimedio "naturale"

La ricerca ha dato «due risultati importanti». Il primo è «interessante in un ambito più specialistico» perché studia la «proteasi principale del coronavirus. È una proteina fondamentale per la replicazione virale, e un bersaglio farmacologico ideale perché è molto ben conservata in tutti i coronavirus. Questo significa anche nelle mutazioni di questo virus che già sono avvenute, oltre che in mutazioni future di questo e altri coronavirus».


Il secondo risultato è quello che ha una maggiore presa sull'immaginario collettivo, perché restituisce il fatto che «un prodotto naturale» possa essere sufficiente a sconfiggere il virus. La quercetina blocca questa proteina chiave per la replicazione virale.

Come formiche indaffarate

Oggi la situazione della ricerca è immaginabile come tante formiche «uscite dal loro formicaio in cerca di cibo, e si aggirano in maniera affannosa. A noi sembra che procedano in modo casuale, ma ognuna sta eseguendo una sua piccola attività di ricerca. La grandissima maggioranza non troverà nulla, e magari solo poche troveranno quello che cercano. Ma basta che una sola abbia successo, ed ecco che questo sforzo collettivo avrà avuto un senso. Trovare un vaccino, o un farmaco antivirale, o una qualunque altro rimedio... poco importa».


Dopo la scoperta della quercetina ora la molecola ha ampi margini per essere migliorata «perché non è progettata da noi o dalla natura per colpire il coronavirus». Ma non ci si ferma solo a questa molecola. Infatti i colleghi spagnoli di Rizzuti stanno analizzando i risultati per altre molecole, e almeno un «altro composto interessante è già stato trovato. Alcune molecole da testare negli esperimenti, una cinquantina circa, le abbiamo anche inviate con la professoressa Fedora Grande, altra castrovillarese ed esperta di farmaci. Aspettiamo i risultati».

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