Sanità nel caos: precari licenziati in piazza, posti letto tagliati nei reparti

VIDEO | L'azienda ospedaliera di Catanzaro ha adottato il piano di riorganizzazione che prevede il taglio di 43 posti letto. L'area più colpita quella di emergenza a cui afferisce il pronto soccorso

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di Luana  Costa
15 ottobre 2019
18:40

Scatterà domani la seconda fase dei licenziamenti al'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Ventiquattro infermieri raggiungeranno, infatti, i 48 mesi di attività che si traduce nel mancato rinnovo dei contratti. La quota di precari che si avvia verso il licenziamento si aggiunge a quella che ha abbandondato le corsie dell'ospedale a inizio settembre. E mentre da oltre una settimana il gruppo di precari staziona in presidio fisso dinnanzi la Prefettura nel tentativo di mantenere alta l'attenzione sul tema, nell'azienda ospedaliera si approva il piano di riorganizzazione che contempla il taglio di 43 posti letto. Il documento è stato adottato oggi dal management e prevede una drastica contrazione dei servizi assistenziali a causa della mancanza di personale sanitario.

 


In dettaglio, saranno tagliati dodici posti letto in Medicina d’Accettazione e d'Urgenza, struttura strettamente connessa al pronto soccorso e nella quale vengono effettuati circa 900 ricoveri urgenti all’anno; sei posti nell'area chirurgica, di cui due di Chirurgia Generale, due di Chirurgia Toracica e due di Chirurgia Plastica; quattro posti in Nefrologia; quattro posti letto ordinari nel reparto di Oculistica; quindici posti letto in Ginecologia Universitaria che, oltre ad una ricaduta in termini di allungamento delle liste d’attesa per gli interventi di Ginecologia Oncologica, comporterà una drastica riduzione dei volumi di attività che oggi consentono, tra l’altro, il mantenimento della Scuola di Specializzazione e, infine due posti letto in Oncoematologia Pediatrica. Il piano di riorganizzazione entrerà in vigore a partire dal prossimo 1 dicembre.

 

«Le soluzioni che saranno poste in essere, miranti a salvaguardare, nei limiti del possibile, le strutture di emergenza, le intensive e quelle che caratterizzano un dea di secondo livello - scrive il reggente dell'azienda ospedaliera, Antonio Mantella -, determineranno, comunque, inevitabilmente, significative disfunzioni soprattutto in termini di tempi di attesa al pronto soccorso, di posti letto disponibili e di notevole allungamento delle liste di attesa per gli interventi chirurgici in elezione. La logica utilizzata per la riorganizzazione, per quanto concernente il personale infermieristico, è stata quella di accorpare strutture omogenee ed afferenti allo stesso dipartimento, per meglio sfruttare le risorse disponibili. Per quanto riguarda, invece, gli operatori sociosanitari, è previsto l’inserimento delle unità in turni dipartimentali stilati dai relativi coordinatori infermieristici, eccezion fatta per il dipartimento di emergenza, ove la dotazione rimarrà per singola struttura. Discorso a parte deve essere fatto per il rimanente personale (medici, tecnici, ostetriche) in quanto, in caso di cessazione dal servizio, la non interscambiabilità tra strutture porterebbe ulteriori e gravissime riduzioni dei servizi erogabili, con ingenti ricadute soprattutto sulle prestazioni ed enormi difficoltà a gestire i turni di lavoro, come paventato, con preoccupazione, dai direttori dei dipartimenti con atti formali portati all’attenzione della direzione strategica".

 

Nel frattempo per i precari si apre quale unica strada, quella della legge finanziaria che il parlamento si appresta ad approvare. La Regione sta infatti spingendo per riuscire ad inserire nel documento finanziario uno slittamento dei termini fissati dalla legge Madia e che consentirebbe ai precari calabresi di maturare i requisiti ai fini della stabilizzazione.

Giornalista
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