Sanità e ricerca

Catanzaro, la Psichiatria della Dulbecco premiata per il lavoro della dottoranda Elvira Anna Carbone

VIDEO | La professionista si è distinta in ambito internazionale per i suoi studi sui disturbi del comportamento alimentare: «È un piccolo tassello di un puzzle più grande che cerchiamo di costruire»

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di Rossella  Galati
9 gennaio 2024
22:30

Riconoscimenti prestigiosi per l'Unità operativa di Psichiatria dell'azienda universitaria Dulbecco di Catanzaro che premiano il lavoro svolto da Elvira Anna Carbone, psichiatra e dottoranda di ricerca all'ultimo anno. A lei il premio come autrice per il miglior lavoro pubblicato nel 2023 dalla Società europea di psichiatria nella sezione di psicopatologia clinica, riorganizzazione dei criteri diagnostici nell'ambito della psichiatria.

Non solo, la giovane professionista catanzarese porta a casa anche un'altra gratificazione avendo vinto la scolarship, una borsa di studio, per il suo curriculum all'International congress of eating disorders organizzato dall'Academy of eating disorder, la più grande società scientifica a livello mondiale che si occupa disturbi alimentari, che si terrà a marzo a New York quando saranno presentati i risultati del suo filone di ricerca. «Nello specifico stiamo valutando alcuni polimorfismi genetici – spiega – considerati dei marcatori o biomarcatori che possono essere utili nella valutazione della risposta al trattamento nei pazienti con disturbi del comportamento alimentare».


Soddisfazione e impegno

Soddisfazioni che stimolano la Carbone, che fa parte dell'equipe della professoressa Cristina Segura Garcia, responsabile dell'ambulatorio di ricerca clinica e terapia del disturbo del comportamento alimentare di Catanzaro, a portare avanti il lavoro svolto, nonostante la carenza di mezzi e risorse. «Non era un riconoscimento aspettato – racconta – quindi mi ha colto un po' di sorpresa però è un tassello che oltre alla gratificazione spinge e motiva sempre di più ad andare avanti. Sappiamo che è molto difficile, soprattutto nell'ambito della ricerca, trovare chi è in grado di aiutarci come fondi ma noi ce la mettiamo tutta perché chiaramente senza ricerca non si può pensare di arrivare a riconoscere e conoscere qualcosa di nuovo che può essere di aiuto nella pratica clinica anche per il trattamento di questi pazienti. Quindi questo è solamente un piccolo tassello di un puzzle più grande che cerchiamo di costruire».

Giornalista
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