Ripartizione fondo sanitario, Sapia: «Alla Calabria servono più risorse»

Per l’esponente 5stelle: «Se i criteri non verranno basati sui dati epidemiologici e sulla vulnerabilità sociale delle regioni i programmi tv continueranno a raccontare il degrado della sanità calabrese»

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di Redazione
2 febbraio 2021
12:15
M5s, Francesco Sapia
M5s, Francesco Sapia

«Se i criteri di ripartizione del Fondo sanitario non verranno basati sui dati epidemiologici e sulla vulnerabilità sociale delle regioni, come ho previsto in una mia proposta di legge, Presa diretta e gli altri programmi televisivi continueranno a raccontare il degrado della sanità calabrese rispetto al resto dell’Italia. Tutto, però, resterà tale e quale. Anzi, andrà sempre peggio». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità.

«Nelle bozze del programma per la futura alleanza di governo – osserva il parlamentare del Movimento 5 Stelle – compare soltanto un generico sostegno al carattere universalistico del Servizio sanitario, con l’obiettivo di superare i divari territoriali nell’accesso all’assistenza sanitaria per le persone in stato di bisogno. Lì figura poi un impegno a ridefinire il rapporto tra pubblico e privato nel senso della migliore integrazione, cioè una delle mie battaglie più vive».


«Però – rimarca il deputato – questo non è sufficiente, perché alla sanità calabrese servono più risorse e occorrono capacità gestionale, meritocrazia, progetti di assistenza integrata ospedale-territorio. Noto che di recente sono nate associazioni che considerano un successo l’utilizzo di vecchi strumenti diagnostici. In altri termini, ci manca il pane ma ci accontentiamo del goccio di amaro». «Mi auguro – prosegue il parlamentare – che passata la crisi di governo si possa discutere delle cause strutturali che pongono il Servizio sanitario della Calabria al fondo della classifica. Soprattutto, chiedo che su quelle si intervenga con decisione, che si diano risposte definitive, le stesse che in grande solitudine domando dal 2018. Diversamente – conclude Sapia – non risolveremo il problema dei viaggi della speranza, alimentati dal mercato della sanità che si fa sulla pelle dei nostri malati, e in Calabria non avremo strutture pubbliche in grado di tutelare il diritto alla salute attraverso la prevenzione, l’assistenza territoriale, la diagnostica e la specialistica».

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