I pronto soccorso di Praia e Corigliano non chiuderanno… ma a caro prezzo

A causa della grave carenza di personale sanitario, i ps hanno rischiato di chiudere nelle ore notturne durante la stagione estiva. Solo l'intervento del reggente Asp Sergio Diego ha evitato il disservizio, ma intanto emerge una disorganizzazione economica che grava su un ente già fortemente indebitato

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di Francesca  Lagatta
21 giugno 2019
11:20

Se il dirigente reggente dell'Asp di Cosenza Sergio Diego non fosse intervenuto in tempo, probabilmente a Praia a Mare, sul versante tirrenico, e Corigliano Rossano, sul litorale ionico, si sarebbe assistito alla chiusura notturna dei pronto soccorso dei rispettivi presidi sanitari, con il rischio concreto di mettere a repentaglio la salute dei residenti e quella dei centinaia di migliaia di turisti che ogni anno invadono le coste calabresi. Il motivo è da imputare alla grave carenza di personale sanitario che sta inevitabilmente mettendo in ginocchio un'intera regione, la quale oggi paga il prezzo di anni di commissariamento e assunzioni bloccate. Ma per riuscire a mantenere inalterato il servizio durante la calda stagione estiva, Diego ha dovuto inevitabilmente mettere mani nelle casse di un ente, l'Asp di Cosenza, che risulta già fortemente indebitato e che ha difficoltà finanche ad acquistare materiale di cancelleria come carta e toner.

 


Per tre mesi, il periodo che va dal 15 giugno al 15 settembre 2019, pagare quei medici che si sono resi disponibili ad effettuare prestazioni aggiuntive, ai cittadini costerà complessivamente € 121.867,20. La cifra è così distribuita: € 43.200,00 da destinare alle prestazioni aggiuntive per Corigliano Rossano, € 69.120 da destinare alle prestazioni aggiuntive per Praia a Mare, più € 9.547,20 di Irap (Imposta Regionale sulle attività produttive). Tutte le informazioni sono contenute nella delibera n° 444 del 12 giugno 2019.

«Carenza cronica di personale medico»

Secondo quanto riporta il documento, l'Asp aveva provato in ogni modo a evitare di ricorrere all'istituto contrattuale delle prestazioni aggiuntive. Così aveva provveduto ad espletare le procedure concorsuali del personale medico autorizzate con DCA n. 87/2015 e successivi, ma aveva dovuto fare i conti con «oggettive difficoltà di reclutare altro personale medico per coprire i posti di organico ancora vacanti e disponibili».

Solo successivamente si sono registrati «vari tentativi di recuperare personale medico sia tra il personale dipendente che tra quello a rapporto convenzionale». I dirigenti medici del pronto soccorso dello Spoke Rossano/Corigliano hanno manifestato da subito la disponibilità ad effettuare prestazioni aggiuntive quantificate, per 20 turni di 12 ore, per ogni mese, pari a complessivi 60 turni», mentre i dirigenti medici del pronto soccorso dell'ospedale di Praia a Mare «si sono dichiarati non disponibili ad effettuare turni aggiuntivi, così come i dirigenti medici dell'UOC di Medicina Interna dello stesso presidio», poiché già vessati da turni massacranti. Pertanto, si è reso necessario acquisire la disponibilità dei dirigenti medici del 118, servizio esterno al nosocomio, che copriranno 32 turni di 12 ore, per ogni mese, pari a complessivi 96 turni.

Le controversie

Ciò che balza subito agli occhi è la mancata pianificazione dei servizi da parte dell'Asp cosentina e una conseguente distribuzione di risorse che lascia a desiderare, nonostante i problemi legati alla grave carenza di persona siano noti da tempo e siano stati ampiamente denunciati dagli stessi dirigenti medici. La seconda controversia, per quanto riguarda il presidio di Praia a Mare, sarebbe il reclutamento di personale dipendente della centrale operativa del 118, che per ovvie ragioni presenterebbe alcune limitazioni per il trattamento di alcune patologie in casi di emergenza o urgenza. Ma evidentemente non c'è altra alternativa.

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