Ha problemi mentali e nessun ospedale lo vuole. Il sindaco: «Denuncio tutti»

Il primo cittadino di Santa Maria del Cedro si scaglia contro le Istituzioni che non intervengono per affrontare la difficile situazione di un ragazzo sottoposto a Tso

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di Francesca  Lagatta
19 settembre 2020
18:30

Il primo cittadino di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere, noto per i suoi attacchi plateali alla classe politica dirigente, torna a accusare le istituzioni di lasciare soli i sindaci alle prese con i ragazzi in difficoltà e più precisamente a quelli che necessitano di un tso, il trattamento sanitario obbligatorio. Lo fa dopo l'ingarbugliata vicenda di un giovane concittadino fatto ricoverare nel reparto di Psichiatria dell'ospedale Annunziata di Cosenza che ha messo in evidenza, una volta di più, l'abbandono istituzionale e l'inefficienza della sanità calabrese.

La vicenda

Tutto ha avuto inizio ad agosto scorso, quando il giovane, improvvisamente, si è reso protagonista di episodi di violenza in famiglia. I parenti capiscono che c'è qualcosa che non va e si recano in Comune per chiedere aiuto. Il sindaco si attiva e contatta il Centro di Igiene Mentale di Scalea, ma il medico dice che a suo parere non vi è nessuna urgenza di ricoverarlo. La famiglia cade nello sconforto. Così, all'ennesimo grave gesto del ragazzo, l’assessore ai servizi sociali, Roberta Rizzo, batte i pugni sul tavolo e invita il medico del Cim a recarsi sul posto e rendersi conto con i proprio occhi di ciò che sta accadendo. È solo in questo momento che, finalmente, scatta la richiesta di ricovero.


Niente posti letto

Il provvedimento adesso c'è, ma mancano i posti letto. Quando il sindaco chiama per capire dove sarà trasferito il ragazzo, dall'altro capo del telefono rispondono che al massimo potrà andare in un ospedale della Lombardia. Nei mille chilometri che separano la profonda Calabria dalla regione del Nord, non c'è un solo posto, un solo letto, per un giovane in difficoltà. Non c'è neppure il tampone per l'esame del coronavirus; se tutto va bene potrà esservi sottoposto soltanto il giorno seguente.

La denuncia sui social

A questo punto il sindaco Vetere sbotta e denuncia tutto suoi social. «Basta, vergognatevi - scrive rivolgendosi alla politica e alle istituzioni - Denuncerò i fatti alla Magistratura competente. Non avete rispetto neanche di un giovane gravemente ammalato». Poi continua: «Vorrei comprendere ruoli e funzioni. I miei li conosco e li esercito. Gli altri non comprendo cosa fanno».

La chiamata dall'ospedale di Cetraro e di Cosenza

Un'ora dopo la pubblicazione del post, dice il primo cittadino, «guarda caso ci chiamano dall'ospedale di Cetraro». Ma la situazione è tutt'altro che risolta. C’è un posto, ma il paziente può rimanere solo per una notte. Nemmeno il tempo di pensare sul da farsi che chiamano anche dall'ospedale Annunziata di Cosenza: «Portatelo qui da noi». Potere dei social: un'ora prima non c'era posti, un'ora dopo i posti ci sono e in ben due ospedali.

Il ricovero

Il giovane finalmente varca la soglia del reparto di Psichiatria del nosocomio bruzio e può finalmente sottoporsi alle cure. Odissea conclusa? Macché, l'ospedale ricorda al sindaco che sarà lui a doversi fare carico di tutte le spese, dal pigiama alle medicine, passando per gli esami del sangue e tutto ciò di cui ha bisogno. Se i soldi non ci sono, che li trovi e si arrangi.

Lo sfogo del sindaco

«Siamo disposti a pagare qualunque cifra pur di curare il nostro concittadino - spiega Vetere -, quello che non capiamo è fin dove arrivano le responsabilità di un sindaco, perché nessuno ce lo dice chiaramente, perché nessuno aiuta un ragazzo in una situazione così difficile. Ma se facciamo tutto noi sindaci, gli altri che fanno?». E chiama in causa l'Asp, il Cim, la Regione, il commissario ad acta alla sanità calabrese Saverio Cotticelli chiedendo loro quali siano le loro reali funzioni in ambito di salute pubblica.

L'inferno di Salvatore

Non è la prima volta che Santa Maria del Cedro è alle prese con una storia simile. Già due anni fa il centro altotirrenico balzò agli onori di cronaca per la vicenda di Salvatore Di Costanzo, un senzatetto per cui fu richiesto l'intervento dell'Asp di Cosenza. I lettori certamente ricorderanno che, dopo incessanti denunce sulla stampa, le istituzioni si attivarono per un breve ricovero, ma tra prese in giro, scaricabarile e finte promesse, il Comune guidato da Vetere ha impiegato oltre un anno per trovargli una sistemazione definitiva e sicura. Il caso si è risolto solo grazie all'intervento di don Marco Avenà, giovane sacerdote che gestisce un dormitorio della Caritas a Praia a Mare. Oggi Salvatore sta bene, segue le cure (anche qui pagate dal Comune) e si trova in una struttura protetta. Ma se fosse stato per la politica, oggi probabilmente sarebbe già morto di incuria e di indifferenza.

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