La proroga

Terapie intensive in Calabria, i soldi non spesi finiscono nel Pnrr: posti letto da completare entro il 2026

Si tratta della riorganizzazione della rete ospedaliera firmata dall'ex commissario ad acta, Saverio Cotticelli, e mai completata. Nel bilancio anche 100 milioni di euro di fondi Por

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di Luana  Costa
9 aprile 2022
16:00

La scadenza è slittata al 2026. Entro quella data, infatti, il servizio sanitario calabrese dovrà rendere effettivi – e non più solo sulla carta – i posti letto di terapia intensiva e sub intensiva programmati nel maggio 2020 dal Governo in piena emergenza pandemica e finanziati con il decreto Rilancio, ma solo in parte portati a completamento.

40 milioni nel Pnrr

Si tratta della riorganizzazione della rete ospedaliera firmata all’epoca dall’ex commissario ad acta, Saverio Cotticelli, utile - almeno in fase emergenziale – a fronteggiare l’avanzata della pandemia nelle corsie ospedaliere attraverso la costituzione di nuovi posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Per portare a termine l’operazione il Governo aveva stanziato quasi 40 milioni di euro (39.854.010 per la precisione), in parte però inutilizzati e confluiti adesso nella unità di missione 6 del piano nazionale di ripresa e resilienza che sposta anche in là l’asticella della scadenza per la conclusione dei lavori.


I nuovi posti letto

Con i fondi stanziati dal decreto Rilancio (34/20), infatti, la Calabria avrebbe potuto potenziare i posti letto di terapia intensiva – fino ad un massimo di 280 – e quelli di sub intensiva – fino a 136 – sfruttando le due linee di finanziamento rispettivamente di 24 milioni e mezzo e 15 milioni ma in gran parte rimaste inutilizzate, tanto da indurre il Governo a stornare pianificazione e fondi e inglobarli nel piano nazionale di ripresa e resilienza. Da interventi di natura emergenziale, diverranno quindi di valenza strutturale e le aziende sanitarie e ospedaliere avranno a disposizione più tempo per concludere i lavori; fino al 2026.

I fondi Por

Nel frattempo, le aziende sanitarie e ospedaliere sono al lavoro per completare, entro il 30 giugno, la rendicontazione di tutti gli interventi sostenuti e realizzati durante i due anni di pandemia. La Regione sul punto ha già fornito nei giorni scorsi indicazioni chiare: ogni forma di intervento dovrà essere rendicontata utilizzando i fondi messi a disposizione attraverso una rimodulazione dei fondi Por 2014/2020.

Risorse stornate

Sempre nella primavera del 2020 la comunità europea aveva, infatti, autorizzato l’impiego di 100 milioni di euro al fine di rafforzare il sistema sanitario messo a dura prova dall’emergenza pandemica. Il tesoretto era destinato a sostenere azioni volte all’acquisto di attrezzature e medicinali sanitari, soluzioni di telemedicina e le forniture di attrezzature di protezione, dispositivi medici e sistemi per testare la positività al virus.

Liberare risorse

Anche in questo caso le risorse erano rimaste in parte inutilizzate e adesso la Regione ha deciso di impegnarle, stornando sulle linee del Por la rendicontazione di tutte le spese sostenute dalle aziende a partire dal febbraio del 2020. L’obiettivo è quello di svincolare - quanto più possibile – i fondi del servizio sanitario regionale.   

Giornalista
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