Reggio, senza locali idonei nessun trasferimento per i bimbi leucemici

VIDEO | Dai vertici del dipartimento di onco-ematologia pediatrica arrivano le rassicurazioni: «C’è la disponibilità a costruire un nuovo reparto ma servono fondi affinché sia all’altezza delle aspettative»

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di Angela  Panzera
12 luglio 2019
09:17

«I bambini non verranno spostati ed è volontà dell’azienda di non spostarli fino a quando non ci saranno locali adeguati ad ospitarli». A fornire queste rassicurazioni è Francesca Ronco, direttore del dipartimento dell’Onco-ematologia pediatrica del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, in merito al caso reso pubblico dal garante per l’infanzia e l’adolescenza della regione Calabria, Antonio Marziale.

La situazione a Reggio

In una missiva, indirizzata proprio al garante Marziale, il direttore Ronco aveva sollevato il problema di una presumibile inadeguatezza del nuovo polo onco-ematologico in allestimento al Morelli, altra struttura rientrante all’interno del Grande ospedale metropolitano. Come attualmente progettato, infatti, il nuovo centro non risponderebbe «alle esigenze dei pazienti, essendo state previste quattro stanze a un letto con lo spazio per il familiare ed una piccola ludoteca, peraltro allocate nell’ambito delle degenze degli adulti, con cui i bambini dovrebbero condividere servizi comuni quali la medicheria, la cucina, la stanza medici ed altri locali».
Alla missiva del dirigente, Marziale aveva reagito con una nota stampa, paventando lo spostamento imminente dei piccoli pazienti in locali non adatti. Ma in realtà - così come dichiarato dal direttore sanitario Giuseppe Foti - «non si tratta di un trasferimento imminente poiché ci vorranno almeno altri sei mesi affinché ci sia l’istituzione di questo nuovo polo».


Da qui, l’esigenza avvertita dal direttore Ronco di precisare meglio la situazione e chiarire il contenuto della lettera inviata a Marziale, escludendo categoricamente qualsiasi ipotesi di trasferimento qualora non ci siano le giuste condizioni per accogliere i pazienti, compresi in una fascia d’età tra gli zero e i 21 anni (i protocolli di chemioterapia a cui il Gom ha aderito per le patologie come l’osteosarcoma ed il linfoma di Hodgkin includono malati fino ai 21 anni di età).
«Il Gom - evidenzia la dottoressa Ronco - non ha alcuna intenzione di “buttare i bambini in mezzo ad una strada”. Il Gom ha la disponibilità completa a costruire un reparto per i bambini purtroppo, però per costruirlo ci vogliono fondi regionali o fondi di privati che siano destinati a questo scopo. Io non ho alcun ostacolo dall’azienda». Nella lettera inviata al garante Marziale il direttore Ronco chiede aiuto perché la Regione Calabria non ha dato riscontri alla richiesta inviata dalla dirigenza ospedaliera, «di un reparto indipendente di onco-ematologia pediatrica la stessa non ha avuto alcun seguito dagli organi competenti».

La Regione “sorda”

È la regione che è “sorda” alle istanze dell’azienda ospedaliera reggina e nel contempo «la dirigenza aziendale - è scritto ancora nella lettera- si è resa disponibile a ristrutturare i locali che si renderanno liberi al Morelli con il trasferimento di alcuni reparti», ma occorrono i fondi per i lavori. Fa bene il garante Marziale quando dichiara che quanto evidenziato e sollecitato dalla Ronco «la dice lunga su una programmazione sanitaria a dir poco approssimativa e, comunque, poco attenta alla priorità di cui i bambini e gli adolescenti dovrebbero godere», ma è un problema politico, un problema di gestione di fondi e di programmazione di obiettivi che vanno a scontrarsi con il tragico quadro di una sanità commissariata e disastrata soprattutto in riva allo Stretto. L’onco-ematologia pediatrica reggina nasce proprio su input della Regione nel 2015; sono passati cinque anni e al momento i fondi non sono sufficienti a garantire la creazione di un reparto idoneo, nella sua totalità, alla degenza di questi malati. Nel 2017 sono stati ben 102 i ricoveri effettuati in reparto e 100 nell’anno passato e purtroppo, come attestato dal direttore Ronco, «i pazienti pediatrici sono destinati a diventare nei prossimi anni più numerosi».

Il nuovo reparto

La costruzione di questo nuovo reparto permetterebbe quindi di migliorare la loro prospettiva di vita. «Vogliamo migliorare le prospettive di terapia, e di conseguenze quelle di vita, per questi bambini - prosegue Ronco -. Noi non curiamo solo la malattia- continua- ma globalmente gestiamo il paziente. Dobbiamo salvaguardare la sua psiche e far sì che la malattia diventi un episodio della sua vita e non l’episodio cardine su cui gira la sua intera esistenza. Ad esempio i bambini affetti da leucemie - spiega - nel 75% dei casi sono destinati a sopravvivere oltre i 5 anni e quindi sono bambini che dobbiamo inserire nell’ambiente sociale, garantendogli anche la scuola; non devono avere traumi psicologici e dobbiamo garantirgli il giusto supporto attraverso ambienti sereni che quindi non sono condivisibili con l’adulto che ha altre esigenze e un altro stile di vita».

Trasferimento non imminente

Al momento il Gom comunque spazza ogni dubbio ribadendo che il trasferimento al nuovo polo non sarà imminente e che comunque nel progetto è volontà di «realizzare - precisa il ds Foti- per la degenza quattro posti ottimali che saranno integrati da altri spazi per la logistica funzionale del reparto, mi riferisco alla stanza del medico di guardia, sala riunioni e altro; questo nel momento in cui trasferiremo il blocco onco-ematologico al Morelli. Ma questo è solo il primo passo. Il finanziamento - continua il direttore sanitario - ci consentirà di ultimare anche il blocco pediatrico nella sua interezza e nelle more metteremo a disposizione sia dell’oncoematologia pediatrica, dell’ematologia e dell’oncologia dei locali di 400 metri quadrati, che corrispondono a un’intera ala di degenza del presidio Morelli proprio per mettere in atto tutte le strutture logistiche che devono affiancare quelle di degenza le quali saranno ultimate da qui a breve. Noi siamo dalla parte dei bambini-conclude Foti- e siamo stati riconosciuti anche dall’Unicef quale “ospedale amico dei bambini”».

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