Tubercolosi alla Sapienza, si cercano 150 studenti a rischio. L'Università rassicura: «Nessun contagio»

Sarebbero sparsi in tutta Italia: l’Asl sta cercando di rintracciare i tanti universitari fuori sede (anche calabresi) che hanno frequentato gli stessi corsi di un paziente in cura nel mese di agosto. Il ragazzo, sarebbe già guarito

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di Redazione
31 ottobre 2019
09:32
Università Sapienza a Roma
Università Sapienza a Roma

All’Università Sapienza di Roma è caos dopo un caso di tubercolosi. Dopo la vicenda di uno studente, curato e già guarito, avviate le profilassi di routine. Sarebbero centocinquanta gli studenti coinvolti, sparsi in tutta Italia o quasi. Villa Mirafiori, infatti, è la sede dove si concentrano la maggior parte dei corsi di filosofia della facoltà di lettere della Sapienza. L'Ateneo ha saputo dalla Asl che, nel mese di agosto, uno studente di Villa Mirafiori è stato ricoverato per tubercolosi, pertanto ha allertato i ragazzi contattando tutti coloro che, nel maggio scorso, hanno frequentato le stesse lezioni del paziente.

La profilassi medica 

L'allerta medica, quindi, è partita a fine agosto. Ma il tempo passa e molti studenti non sono ancora stati sottoposti a screening: a preoccupare i ragazzi sono proprio i tempi diversi di convocazione da un caso all'altro. La Asl Rm 2 ha già avviato i test, la Rm1 sta ancora contattando parte degli studenti. Ma non solo: trattandosi di una facoltà della Sapienza, l'Università più grande di Italia, si pone il problema dei tanti fuori sede che provengono da diverse regioni, non solo da Roma. E a Villa Mirafiori non sono pochi.


L'Università rassicura

La comunicazione al singolo studente, infatti, deve arrivare dalla Asl di appartenenza: nel caso dei fuori sede la Asl di Roma allerta quella di competenza che rintraccia il ragazzo e lo convoca. Si tratta di Asl della Calabria, della Sicilia, della Toscana, di Rieti o Formia. Solo per fare qualche esempio. I fuori sede che possono tornare a casa, si sottopongono al test mantoux nella Asl di appartenenza ma per quelli che restano a Roma si dovrà fare un test in un ambulatorio romano. Probabilmente non prima di una settimana. La questione è arrivata anche all'attenzione del Senato accademico dell'Ateneo a cui l'Unione degli Universitari Sapienza ha chiesto chiarimenti su quelle mail informative, poco chiare: «Siamo stati informati che la situazione è stata affrontata secondo le prassi mediche e non c'è un contagio in atto. Naturalmente noi, in quanto rappresentanti degli studenti, continueremo a monitorare la situazione e resteremo in costante contatto con l'amministrazione per eventuali sviluppi». Fortunatamente il ragazzo colpito da tbc è completamente guarito ed è anche tornato a frequentare i corsi.

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