Visite specialistiche, caos a Vibo. Insardà (Pd): «17mila da riprogrammare»

Gli effetti del coronavirus sulla sanità. L’esponente del Partito democratico incalza l’Asp: «Ai pazienti viene negata la possibilità di accedere anche a prestazioni urgenti»

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di Redazione
25 giugno 2020
17:49
L’ufficio ticket chiuso a Vibo
L’ufficio ticket chiuso a Vibo

«La riattivazione delle prestazioni ordinarie erogate dal sistema sanitario - precedentemente sospese a causa dell’emergenza da Covid 19 - ha fatto emergere in poche settimane la situazione d’affanno in cui si trovano pazienti e operatori». È la situazione fotografata da Enzo Insardà, segretario provinciale Partito Democratico Vibo Valentia che evidenzia: «Sul nostro territorio si ha a che fare con oltre 17mila visite in riprogrammazione, l’ennesima dilatazione dei tempi di attesa e la difficoltà nel raggiungere i servizi di Prenotazione. Si tratta di circostanze con le quali a farne le spese sono ancora una volta i cittadini, i quali si vedono di fatto negata la possibilità di accedere anche a prestazioni urgenti, in pregiudizio all’universale diritto alla salute».

 


Ad oggi «il Governo ha aumentato le risorse al Fondo per il Servizio sanitario nazionale, destinando per la Calabria 3,6 miliardi di euro. E sempre in Legge di bilancio sono stati stanziati 350 milioni di euro appositamente per la riduzione delle liste di attesa. Sono state fatte - cioè - delle scelte il cui senso è quello di garantire e agevolare l’accesso alla sanità pubblica per il cittadino. Si ricordi tra gli altri l’abolizione del superticket per visite specialistiche ed esami di laboratorio».

 

L’esponente dem aggiunge: «Un ulteriore elemento di innovazione è rappresentato dall’Agenda Digitale, la quale ha previsto per il periodo 2014-2020 una strategia nazionale per realizzare un sistema integrato, con l’obiettivo di rimettere al centro l’accesso ai servizi sanitari offerti alla persona, ripensandoli secondo modelli organizzativi efficienti e sostenibili, in grado di migliorare la gestione dei costi e ridurre gli sprechi, supportare le attività socio-sanitarie territoriali, snellire il ciclo prescrittivo, agevolare la diagnostica, sostenere i percorsi di cura. Diciotto Regioni hanno colto l’opportunità, riuscendo ad attivare 14 milioni di Fascicoli Sanitari Elettronici e a digitalizzare oltre 270 milioni di referti. La Regione Calabria è a zero».

 

Su tale argomento: «Il Partito democratico ha già sollecitato in questo senso l’Azienda sanitaria provinciale con alcune proposte indirizzare al Commissario Giuliano e alla presidente Limardo della conferenza dei sindaci. È chiaro a tutti: non è possibile andare avanti così. Rivolgiamo un appello accorato a tutti coloro i quali hanno ruoli nella dirigenza e nella gestione delle Aziende sanitarie e nella direzione politica e amministrativa regionale, affinché – conclude Insardà - ci si renda conto dell’assoluta esigenza di consentire alle persone di rivolgersi al sistema pubblico, ricercando soluzioni sia in scelte amministrative coerenti sia in termini di  disponibilità delle strutture».

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