All’ospedale di Castrovillari impiantato il pacemaker più piccolo al mondo: pesa 2 grammi
Importante risultato raggiunto dall’équipe del direttore di Cardiologia Giovanni Bisignani che opera anche negli spoke di Corigliano Rossano nel contrasto alle fibrillazioni atriali
L’équipe del direttore di Cardiologia degli ospedali spoke di Corigliano Rossano e Castrovillari raggiungono risultati ragguardevoli nell’interventistica. In questi giorni è stato impiantato il pacemaker più piccolo al mondo su un paziente sofferente di fibrillazione atriale. Pesa appena due grammi, invisibile, un aggeggio di 2 centimetri. Ad eseguire l’intervento la dottoressa Silvana De Bonis, che ha operato con il metodo della cardioversione elettrica il cui obiettivo terapeutico è quello di evitare l’ictus e la cronicizzazione della patologia. «L’intervento rientra in una gestione multidisciplinare - ha affermato la De Bonis - e ciò consente al paziente di riequilibrare il ritmo sinusale».
La fibrillazione atriale si riscontra solitamente in quei pazienti con sintomatologia cardiologica come l’ipertensione, lo scompenso cardiaco, l’obesità, la sleep apnea. «Indispensabile, per il camice bianco, anticoagulare i pazienti onde evitare l’ictus tromboembolico». Della metodica si è discusso nel corso della giornata di studio che si è svolta nella sala conferenza del presidio ospedaliero “Nicola Giannettasio” di Rossano, alla presenza del direttore della divisione di Cardiologia Giovanni Bisignani, del direttore del dipartimento di Emergenza e di accettazione Natale Straface e della cardiologa De Bonis. Sono intervenuti inoltre: Saverio Salituri, Leonardo Alosa, Francesco Bertucci, Davide Cerbella, Antonio Carlomagno, Marcello Corsino, Clementina Silvia Ianni, Domenico Urso, Francesco Verrina.
Accessi in pronto soccorso: al primo posto malattie cardiovascolari
Si tratta solo di una prima giornata delle tante iniziative in programma. C'è molto affiatamento e sinergia tra i colleghi che operano nelle divisioni di Castrovillari e Rossano, aspetto di non poco conto ai fini della funzionalità dei reparti. La fibrillazione atriale ha un alto tasso di incidenza, aumenta con il passare degli anni colpendo prevalentemente a popolazione adulta, a da qualche anno anche i giovani: «È una patologia dalle grosse conseguenze, osserva il direttore Bisignani, come l’ictus che rischia di essere invalidante e catastrofico. Mai come in questo caso bisogna curare il cuore per curare il cervello. Il problema è che, talvolta, la fibrillazione è asintomatica, molti cittadini hanno la fibrillazione ma non sanno di averla. Il nostro obiettivo è quello di prevenire, diagnosticando la fibrillazione atriale, praticando la terapia anticoagulante e, nel caso, l’impiego di farmaci antiaritmici». Il direttore Natale Straface sottolinea gli aspetti relativi ai dati preoccupanti degli accessi in pronto soccorso, la maggior parte dei quali rilevano patologia cardiovascolari. «Sono al primo posto, continua Straface, per la causa di morte. Si sta lavorando sulla telecardiologia, sull’aggiornamento e sull’innovazione».