Emergenza Pandemia

Covid, in Calabria migliorano i dati: terapie intensive e contagi in calo, si resta in zona bianca

È quanto emerge dal report settimanale redatto dall’Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute. Per un'altra settimana non cambierà il colore del livello di allerta. Trend in discesa anche a livello nazionale (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Redazione
24 settembre 2021
10:22

Dati in miglioramento in Calabria, gli indicatori del monitoraggio settimanale redatto dall’Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute sull’evolversi della pandemia, vedono un calo nelle percentuali e nei parametri. Il dato che salta agli occhi è certamente quello relativo all’incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti che, al 23 settembre, si attesta a 63,6 (settimana scorsa 84,8). Cala anche il tasso di occupazione nelle terapie intensive che, al 21 settembre, è pari al 7,7% (settimana scorsa 10.7%); sale, anche se di poco, al 18,5% in area medica (settimana scorsa 17.4%). Resta comunque tra le regioni con maggiore incidenza e sopra soglia critica (50 ogni 100mila abitanti). Dati, dunque, che si possono considerare positivi e che proiettano, almeno per un’altra settimana, la Calabria in zona bianca.

I dati nazionali

Prosegue il trend di discesa dell’indici che misurano l’andamento dell’epidemia da Covid 19. È quanto emerge dal report della Cabina di regia relativo al periodo 13 – 19 settembre 2021. L’indice Rt scende a 0,82 rispetto allo 0,85 di una settimana fa. E anche l’incidenza è in discesa a 45 casi per 100mila abitanti rispetto ai 54 di sette giorni fa. Si conferma poi anche una lieve diminuzione del tasso di occupazione di posti letto in area medica e terapia intensiva associati alla malattia COVID-19.


«Quasi tutte le Regioni/PPAAA – si legge nel report - sono classificate a rischio epidemico basso, nessuna Regione/PPAA presenta un rischio epidemico alto. La circolazione della variante delta è largamente prevalente in Italia. Questa variante è dominante nell’Unione Europea ed associata ad un aumento nel numero di nuovi casi di infezione anche in paesi con alta copertura vaccinale».

«Una più elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione – si raccomanda - rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità. È opportuno continuare a garantire un capillare tracciamento, anche attraverso la collaborazione attiva dei cittadini per realizzare il contenimento dei casi; mantenere elevata l’attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti raccomandati per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale».

Nel periodo 1 - 14 settembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,82 (range 0,81 – 0,82), al di sotto della soglia epidemica ed in diminuzione rispetto alla settimana precedente. Resta stabile l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=0,86 (0,82-0,90) al 14/9/2021 vs Rt=0,86 (0,82-0,90) al 7/9/2021).

Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in lieve diminuzione al 5,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute), con una lieve diminuzione del numero di persone ricoverate da 554 (14/09/2021) a 516 (21/09/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale diminuisce leggermente al 6,8%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in lieve diminuzione da 4.165 (14/09/2021) a 3.937 (21/09/2021).
 
Anche questa settimana sono 4 le Regioni/PPAA che risultano classificate a rischio moderato, secondo il DM del 30 Aprile 2020. Le restanti 17 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio basso. Solo una Regione/PA riporta un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza. 

In diminuzione il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (8.482 vs 10.655 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti resta stabile (33% vs 33% la scorsa settimana). Resta stabile anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (46% vs 46%) e la percentuale di casi è stato diagnosticato attraverso attività di screening (21% vs 21%).

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