Disagi infiniti

Lunghe code e medicinali introvabili: l’odissea dei malati cronici alla farmacia territoriale di Vibo Valentia

VIDEO | Lo sconforto di chi è costretto ad aspettare per ore in piedi e spesso a vuoto: «Sono in cura da sette anni. Ogni mese devo assumere lo stesso prodotto, l'altra volta non era disponibile e ho dovuto saltare la terapia»

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di Cristina Iannuzzi
10 novembre 2023
11:26

Ancora disagi alla Farmacia territoriale dell’Asp di Vibo Valentia. È una vera e propria odissea quella che vivono i pazienti affetti da patologie croniche o rare, costretti non solo a combattere ogni giorno contro la malattia, ma anche contro un sistema sanitario che risulta inadeguato. Utenti costretti a lunghe code all’aperto  e, come se non bastasse, spesso i farmaci risultano introvabili.

La sede di via Protettì, si trova alle spalle dell'ospedale Jazzolino. È qui che bisogna recarsi per ritirare particolari medicine che rientrano in appositi piani terapeutici per la cura di patologie gravi. Gli utenti arrivano da tutta la provincia: da Arena a Brognaturo, passando per Pizzo. E spesso succede di non trovare i farmaci: «È la quarta volta che mi reco in questo ufficio in cerca di un farmaco che qui non si trova», dice una donna giunta di primo mattino con il ricettario in mano. «Sono in fila da due ore, spero di trovare il farmaco questa volta…», lamenta.


Stessa trafila per un altro cittadino: «Mi chiedo il perché farci attendere tutte queste ore per poi sentirci dire ogni volta “Il farmaco non è arrivato, torni la prossima settimana”. Perché non affiggono un elenco dei farmaci mancanti?», suggerisce.

Le sedie non bastano per tutti. E così molti, anziani e non, devono attendere in piedi il proprio turno. Lo scontento è palpabile: «Sono in cura da sette anni. Ogni mese devo assumere lo stesso farmaco. Il 17 ottobre scorso non era disponibile. Ho dovuto saltare la terapia, spero che questa volta sia disponibile».

Puntano l’indice contro l’Asp: «Non sanno organizzare il lavoro», sbotta il giovane. «Non ce la faccio più ad aspettare, tornerò un altro giorno», dice sconfortato un altro pensionato che guadagna l’uscita aiutandosi con il suo bastone. Non è il primo a rinunciare al farmaco. Diversi sono gli utenti che, spazientiti, decidono di andar via.

Giornalista
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