Il report

Ecco perché quello di Cosenza è il peggiore ospedale d’Italia: i sei indicatori di Agenas che bocciano l’Annunziata

Il valore della produzione è crollato, i debiti in un anno sono aumentati del 37%, i posti letto si sono ridotti drasticamente. In tutto questo la politica ha fatto due cose: litigare sull'ubicazione del nuovo nosocomio (già finanziato) e nominare il commissario De Salazar a capo anche di Azienda Zero

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di Massimo Clausi
22 novembre 2023
15:04
Ospedale Annunziata di Cosenza
Ospedale Annunziata di Cosenza

Quello di Cosenza è il peggiore ospedale d’Italia. A dirlo non siamo noi ma il report presentato qualche settimana fa da Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali). Per valutare le prestazioni generali degli ospedali, l’Agenas ha considerato 6 indicatori. Prima di tutto, è stato valutato il tempo di attesa nei pronto soccorso entro 8 ore. Inoltre, è stato considerato il rispetto dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici stabiliti dalla legge. Si è tenuto conto anche dei tassi di ricovero ad alto rischio di inappropriatezza, come ad esempio i pazienti medici ricoverati in reparti chirurgici. La gestione finanziaria e contabile degli ospedali
valutata attraverso l’analisi dei bilanci. Ancora, è stato considerato il rapporto tra il numero di medici e infermieri e i posti letto. Infine, è stata valutata l’obsolescenza delle apparecchiature, con un limite soglia di 10 anni. In base a questi criteri l’ospedale dell’Annunziata è rientrato appunto fra i peggiori ospedali d’Italia.

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Certamente non serviva Agenas a ricordarci le condizioni del nosocomio cittadino le cui criticità sono abbastanza notorie. Nonostante ciò non si registrano segnali di inversione di tendenza. Anzi. Se seguiamo i parametri di Agenas dobbiamo ricordare che, sotto il profilo economico-finanziario, la Corte dei Conti ha rilevato un aumento dei debiti di circa il 37% in un anno. Una situazione talmente complicata che l’azienda ospedaliera ha dovuto ricorrere all’elaborazione di un piano di rientro triennale. A leggere la relazione di accompagnamento al piano di rientro appare evidente che la situazione è davvero difficile. La produzione nel periodo 2019/2022 è drasticamente calata. Se nel 2019 i ricavi da attività chirurgica erano oltre i 95 milioni di euro, nel 2022 si sono fermati a 78, quasi come negli anni del Covid (79 nel 2020 e 77 nel 2021). Ancora: i ricavi da prestazioni erano oltre 24 milioni del 2019, sono scesi a 22 nel 2022. Bastano questi dati a spiegare il buco che si è creato nel bilancio dell’Annunziata. A questo debbono aggiungersi anche voci di costo fuori controllo come l’aumento della spesa dei farmaci e dei presidi.


Non va meglio sugli altri indici presi in considerazione da Agenas. Prendiamo ad esempio i posti letto. Sulla carta l’Annunziata, che è l’ospedale Hub, dovevano essere 711. Attualmente sono 425 mentre il piano di rientro fissa come obiettivo quello di arrivare a 565. Non si hanno, invece notizie, sui posti letto di terapia intensiva e semi intensiva che pure sono stati finanziati dal Governo dopo il Covid così come non è stato realizzato il Pronto Soccorso dedicato ai casi di Covid, anch’esso finanziato. Ma non si tratta di un caso isolato. Facendo un altro esempio lo Stato ha anche finanziato, cinque anni fa non oggi, nuovi acceleratori lineari per gli ospedali di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. A Reggio l’investimento è andato a buon fine, a Cosenza nessuno ne ha notizie.

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In tutto questo la politica si è limitata a fare due cose. La prima è stata quella di nominare il commissario dell’azienda ospedaliera di Cosenza, Vitaliano De Salazar, anche commissario pro tempore di Azienda zero. Non che il manager non abbia le giuste capacità e
competenze, ma forse sarebbe stato meglio lasciarlo concentrarsi sulla difficile situazione che è chiamato a gestire. La seconda è quella di litigare, anche a colpi di carte bollate, su dove realizzare un nuovo ospedale per Cosenza che ha già il finanziamento bello e pronto grazie a fondi Inail. Il tempo, però, gioca contro i cittadini: sia perché l’inflazione rischia di rendere insufficiente il finanziamento stanziato, sia perché c’è il rischio che l’Annunziata, che ha evidenti limiti strutturali, perda sempre più colpi. Qualcuno dice che c’è il rischio che l’Annunziata, se si continua così, da Hub possa diventare un Spoke. Visto in questa ottica l’ubicazione è
quasi irrilevante. Cari politici fatelo dove volete, purché lo si faccia e in fretta. O dobbiamo aspettarci una riedizione dei tre grandi nuovi ospedali finanziati nel 2004 e ancora al palo?

Giornalista
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