I nodi della sanità

Elisoccorso Calabria a rischio personale, stipendi bassi e operatori pronti ad andarsene

VIDEO | Compensi inadeguati e contratto fermo al 2000: l'unico decreto che disciplina la materia fissa gli importi ancora in lire. E così per molti lavorare in prestazione aggiuntiva in qualsiasi pronto soccorso risulta decisamente più vantaggioso

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di Luana  Costa
30 agosto 2023
21:20

Il mese d’agosto non si è ancora concluso che già nell’area dell’emergenza-urgenza monta una nuova maretta tra il personale impiegato nel servizio dell’elisoccorso. Tutta l’estate trascorsa a prestare assistenza in ogni angolo della Calabria ma con trasferimenti anche al di fuori dei confini regionali, al prezzo di una indennità oggi giudicata ormai insufficiente.

Il "contratto" del 2000

L’unico "contratto" esistente che disciplina l’organizzazione e la retribuzione del personale in forza all’elisoccorso risale al marzo del 2000 e non è stato mai più aggiornato. Un decreto dirigenziale del dipartimento Tutela della Salute che fissa i compensi ancora in lire, ma successivamente adeguati a seguito dell’introduzione del nuovo conio.


I compensi

L’indennità per i medici è stabilita in 750mila lire e per gli infermieri in 400mila lire per ogni turno di servizio, che convertiti in euro ammontano rispettivamente a 375 euro e 200 euro lordi per un'attività che in inverno può raggiungere anche le nove ore. Un importo oggi giudicato inadeguato se si considerano i rischi connessi alle attività. Chi finora vi ha prestato servizio giura di averlo fatto più per passione che per profitto ma alla fine della stagione clou in molti iniziano a farsi i conti in tasca.

Più per passione che per profitto

Probabilmente la ragione risiede nella martellante campagna per la richiesta di aumenti stipendiali da destinare ai medici per incentivarli a fare ritorno nelle corsie ospedaliere, e soprattutto nelle aree di prima emergenza rimaste a corto di camici bianchi che alla passione hanno anteposto il profitto. Nulla di strano, i pronto soccorso e le postazioni di prima emergenza, a certe latitudini, sono diventate trincee dove può accadere di tutto: dall’aggressione fisica o verbale fino ad una denuncia per responsabilità medica.

In prestazione aggiuntiva

E l’elisoccorso non è da meno, anzi pure peggio dal momento che in molti – conti alla mano – ritengono maggiormente vantaggioso un turno in prestazione aggiuntiva in qualsiasi pronto soccorso che il turno in elisoccorso con tutti i rischi del caso. Nella totalità dei casi si tratta pure di sostenere le spese di viaggio fino alle basi dell’elisoccorso: chi è di Reggio Calabria a Locri, chi di Catanzaro a Lamezia Terme ma anche a Cirò Marina e via di seguito. Tutto compreso nell'unica indennità successivamente rimborsata dalle Asp di appartenenza ma spesso anche con grande ritardo.

I conti alla mano

E i numeri danno ragione. Dopo la legge approvata in Consiglio regionale e contenuta nella battezzata “manovra d’autunno” un medico anestesista in prestazione aggiuntiva al pronto soccorso può percepire 100 euro all’ora: 600 euro per un turno da sei ore, 1.200 euro per un turno da dodici ore. Addirittura quasi il doppio o il quadruplo rispetto al compenso percepito per un turno d’elisoccorso.

Exit strategy

Meno sproporzione esiste per i compensi degli infermieri che in prestazione aggiuntiva percepiscono 30 euro all’ora: 210 euro per un turno da 7 ore e 300 euro per un turno da 10 ore. Poco di più ma con i piedi ben piantati per terra. Così in molti meditano l’exit strategy, in autunno un gruppo di infermieri e medici potrebbe abbandonare il servizio a caccia di lidi più sicuri e remunerativi, in attesa di un adeguamento del compenso, evidentemente troppo datato nel tempo.

Giornalista
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