Assistenza territoriale, Irto (Pd) denuncia gravi ritardi nella realizzazione delle 102 strutture finanziate dal Pnrr
Il senatore e segretario regionale dem chiede «un cambio radicale di metodo» alla Regione: «C’è il rischio che ancora una volta i cittadini vengano privati di opportunità di cura e prevenzione»
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Il senatore Nicola Irto, segretario del Pd calabrese, denuncia i gravi ritardi sulla realizzazione delle 102 nuove strutture di assistenza territoriale previste in Calabria e finanziate dal Pnrr per circa 129 milioni. Il parlamentare chiede «un cambio radicale di metodo», invitando la Regione Calabria e il suo vertice politico «a guardare la realtà, a riconoscerne i problemi e ad affrontarli con chiarezza, senza sottrarsi al controllo delle opposizioni».
«Nel febbraio 2022 – precisa l’esponente del Pd – la Regione Calabria aveva trasmesso all’ultimo minuto, proprio sotto scadenza, le schede degli interventi programmati, a causa di lungaggini già registrate nella precedente gestione regionale, sempre di centrodestra. C’è dunque il rischio che ancora una volta i calabresi vengano privati di opportunità di cura e prevenzione».
Ad oggi, sottolinea Irto, la qualità dell’offerta sanitaria risente «oltremodo di tagli devastanti», «il debito sanitario lievita, i fornitori non vengono pagati e gli interessi aumentano, nel silenzio imperturbabile di commissari e direttori generali».
Parlando del futuro dell’assistenza territoriale in Calabria, Irto lamenta la perdurante incoerenza nel flusso dei dati sanitari, l’inadeguatezza delle dotazioni di ospedali hub e spoke, la difficoltà di riconversione delle strutture esistenti e di riallocazione del personale occorrente. Ancora, il parlamentare del Pd rimarca la necessità di riorganizzare l’assistenza territoriale superando il criterio della ripartizione su base provinciale, che «prescinde dall’elemento orogeografico, dal clima e dalle condizioni di viabilità».
Secondo Irto, è prioritario «collegare in concreto e bene i servizi ospedalieri, territoriali e sociali, delimitare il perimetro delle competenze delle strutture private in convenzione, ridurre le liste d’attesa e definire percorsi diagnostici terapeutici ed assistenziali che colleghino ospedale e territorio».
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