Acque agitate

Polemiche sul nuovo ospedale di Cosenza. Rende sbotta: «Vaglio Lise? Il sito migliore è l’area dell’Unical»

VIDEO | Dopo la delibera dell'amministrazione bruzia, la città del Campagnano risponde con un ordine del giorno approvato in consiglio comunale che indica i terreni dell'Università luogo migliore per realizzare la struttura. E il sindaco Manna invita al passo indietro: «Le scelte vanno condivise»

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di Mariassunta Veneziano
16 giugno 2022
16:57

C’è chi lo vorrebbe nell’area nord e chi in quella sud, chi a Vaglio Lise e chi all’Unical. La discussione sul nuovo ospedale di Cosenza, da anni ormai al centro di un tira e molla sul sito che dovrebbe ospitare la struttura, si sposta dal terreno dei pareri e dei proclami al campo di una battaglia che si combatte a colpi di delibere e ordini del giorno. E così, dopo l’ok della giunta Caruso al documento che individua in Vaglio Lise l’area da destinare alla costruzione dell’hub sanitario che dovrà sostituire l’Annunziata, da Rende il consiglio comunale risponde elencando gli elementi che invece suggerirebbero l’allocazione nei terreni dell’Università della Calabria.

Acque agitate, dunque, in territorio bruzio. E d’altronde quella di “nuovo ospedale” è espressione che da sempre in Calabria non fa dormire sonni tranquilli, evocando un immaginario fatto di progetti lanciati e rilanciati e mai realizzati, di passi indietro senza che ci siano stati passi avanti, di prime pietre poste e rimaste solitarie nel deserto di servizi in via d’estinzione. E se nella Sibaritide, dopo anni di parole e false partenze, si è infine avviato il cantiere dell’ospedale che – almeno nelle intenzioni – dovrà nutrire un territorio affamato di sanità, altrove di cantieri non si vede neanche l’ombra.


Cosenza, dal canto suo, mostra una certa impazienza di imprimere una svolta decisiva a una discussione che si trascina ormai da troppo tempo senza risultati tangibili. Ma lo fa, a detta di chi oggi soffia sul fuoco della polemica, proprio stroncando la discussione e procedendo in solitudine.

Levata di scudi da Rende

Un atteggiamento poco coerente – secondo alcuni amministratori dell’area urbana, con Rende in prima fila – con quella che è l’altra grande discussione sul tavolo: la costituzione della città unica. Si può – si chiedono oltre Campagnano e non solo – parlare di fusione se poi proprio su temi nodali come questo del nuovo ospedale non ci si confronta? E la polemica, con tanto di accusa di campanilismo, è servita.

«Io mi auguro che Cosenza riveda questa posizione», afferma il sindaco di Rende Marcello Manna, chiamato a esprimersi sulla vicenda nel corso della cerimonia di intitolazione a Giacomo Mancini del ponte sul Campagnano, simbolo proprio di quell’unione che da una parte e dall’altra si dichiara di voler perseguire.

«Le scelte comunque vanno condivise – aggiunge il primo cittadino –. Con Cosenza stiamo avviando il percorso del cartellone unico sulla cultura e sugli eventi, sui trasporti. È evidente che se parliamo di queste cose dobbiamo discutere anche del resto, quindi della collocazione del nuovo ospedale».

Incalza l’opposizione a Palazzo dei Bruzi

A completare il quadro tutt’altro che a tinte pastello, nei giorni scorsi è intervenuto anche l’ex sfidante di Franz Caruso alle ultime amministrative, Francesco Caruso, che lamenta nel merito la penalizzazione dell’area sud e nel metodo l’esclusione dell’assise civica dalla discussione. «Vogliamo ricordare all’attuale amministrazione – ha dichiarato – che le scelte che investono profili così importanti anche sul piano urbanistico devono essere adottate dal consiglio comunale. Ad oggi, mi risulta si sia già espresso per il sito a sud».

E Mendicino chiede rassicurazioni

Sul destino della zona sud si è espresso anche il sindaco di Mendicino Antonio Palermo. «Realizzare un nuovo hub capace di garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini della nostra provincia non può essere ridotto ad una contrapposizione municipalistica», ha affermato. Ma lo spostamento dell’ospedale, ha anche aggiunto, è azione che va bilanciata. «Se spostamento deve esserci – ha chiarito – allora deve sorgere contemporaneamente l’annunciata “cittadella della salute” tra l’attuale ospedale e la collina di contrada Muoio dove i cittadini potranno ottenere quei servizi sanitari di base e ambulatoriali divenuti così importanti dopo il Covid».

Inoltre, ha sottolineato, «dovrà essere definito finalmente il collegamento stradale tra la nascente cittadella e lo svincolo dell’A2. Solo così si potranno salvare le capre della realizzazione del nuovo ospedale provinciale e i cavoli del mantenimento e del miglioramento dell’area a sud di Cosenza, su cui insistono tutte le Serre, il Savuto e la Presila, e che è e deve restare il vero centro dell’area urbana».

L’ultima parola a Occhiuto

La palla, ora, passa in mano al presidente della Regione e commissario alla Sanità Roberto Occhiuto, a cui spetta l’ultima parola e al quale si chiede di prendere parte a un incontro con tutti i sindaci dell’area urbana. Manna si mostra fiducioso: «Occhiuto è nostro concittadino, conosce bene questa realtà e sa che si tratta di un’unica entità». E alla fine, sostiene, si arriverà a una soluzione condivisa: «Se c’è davvero la convinzione di creare la nuova città, un punto d’incontro si troverà. Bisogna che la politica cambi passo, che si vada oltre i campanilismi».

 

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