Notevoli difficoltà per i pazienti oncologici in cura a Catanzaro, dopo la chiusura dell'Unità farmaci antiblastici del Ciaccio ora confluito nell'Azienda unica Dulbecco

La chiusura dell’unità farmaci antiblastici al presidio ospedaliero Ciaccio – De Lellis, afferente all’azienda ospedaliera universitaria Dulbecco di Catanzaro, continua a creare disagi ai pazienti oncologici. Dopo il trasferimento di attività e personale a Germaneto a seguito della dichiarazione di inagibilità dei locali si moltiplicano le segnalazioni da parte di malati e familiari costretti a far fronte a lunghe attese e a sostenere i costi di lunghi viaggi per ottenere le terapie oncologiche.

La decisione è stata assunta nelle scorse settimane dai vertici aziendali, dopo una diffida inoltrata dall’avvocato Francesco Pitaro, che ha chiesto la sospensione delle attività per il potenziale rischio alla salute degli infermieri chiamati ad operare in locali insalubri e non a norma. I preparati chemioterapici vengono quindi confezionati nella farmacia ospedaliera del presidio Mater Domini per essere poi trasferiti al Ciaccio.

Una nuova modalità organizzativa che, almeno nei giorni successivi al trasferimento delle attività, ha scatenato lamentele e proteste da parte dei pazienti oncologici costretti a lunghe attese per sottoporsi alle terapie giornaliere. Proprio per limitare i disagi e diminuire i tempi di attesa, le attività sono state quindi suddivise in più giorni.

«I preparati vengono ordinati il giorno prima alla farmacia di Germaneto e somministrati nei giorni successivi al Ciaccio» spiega la figlia di una donna affetta da tumore che ogni settimana deve sottoporsi a chemioterapia. «Siamo quindi costretti a tornare più volte in ospedale, il primo giorno per effettuare il prelievo e la visita e il giorno successivo per la somministrazione della terapia» spiega la donna che ogni settimana deve affrontare un viaggio da Tiriolo, con la madre 84enne e gravemente malata.

«Ma ci sono anche persone che provengono dal crotonese, ad esempio una ragazza di Petilia Policastro, che quindi affronta un viaggio molto più lungo. Dover tornare per due giorni consecutivi è diventato un vero problema – spiega la donna – perché per poter ottenere la visita dobbiamo arrivare al presidio di mattina presto: alle 7 troviamo già 25 persone prima. Non possiamo fare le mattinate o dormire in ospedale ogni settimana».

Ma ci sono stati anche pazienti che la scorsa settimana sono dovuti ritornare per tre giorni di seguito: il primo per il prelievo, il secondo per la visita con il medico e il terzo per la chemioterapia. Alcuni avvisati all’ultimo minuto di non poter eseguire il trattamento nella stessa giornata. «Ci appelliamo all’azienda affinché questo problema possa essere risolto al più presto» chiede la donna.