Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, 4 settembre 2025, un disegno di legge delega che introduce una riforma strutturale nelle professioni sanitarie, con particolare attenzione alla responsabilità penale dei medici.

Si tratta di una vera e propria svolta che ha l’obiettivo di contrastare la pratica detta: “medicina difensiva”, che ha rappresentato da una parte un’estrema garanzia per il paziente, ma il suo abuso ha provocato costi costi enormi a carico del sistema sanitario italiano.

La cosiddetta medicina difensiva è stata troppo spesso utilizzata dei medici che sentivano forte la necessità di tutelarsi da un’altra pratica molto diffusa: le denunce e le cause legali a loro carico. Questo soprattutto da parte di parenti e degli stessi pazienti.per cui per tutelarsi tanti medici hanno finito per una quantità eccessiva di esami, visite, interventi aggiuntivi. Ma tutto questo per diversi casi è spesso risultato inutile se non addirittura a rappresentato un rischio per gli stessi pazienti.

Secondo i dati ufficiali forniti dai ministri della Salute e della Giustizia, Orazio Schillaci e Carlo Nordio, la medicina difensiva ha finito per gravare in maniera sproporzionata sui conti della sanità, ma non solo l’altro effetto è stato quello di dilatare i tempi di anche per quei pazienti che necessitano di cure e interventi urgenti e mirati.

Nel disegno di legge delega rimane fermo comunque il principio della responsabilità penale per i casi di colpa grave, ma restringe l’ambito dei procedimenti giudiziari contro il personale sanitario. L’obiettivo è quello di garantire un equilibrio tra la tutela dei pazienti e la serenità professionale degli operatori sanitari.

I ministri Orazio Schillaci e Carlo Nordiohanno tenuto a precisare che

«non si tratta di garantire impunità, bensì di permettere ai medici di lavorare senza il peso opprimente del timore legale, concentrandosi su diagnosi e terapie tempestive».

La riforma segna effettivamente una svolta importante, perché punta a superare un sistema normativo che per anni ha provocato continue proroghe e interventi temporanei, creando incertezza e inefficienza.

Il provvedimento, che comunque deve attendere il via del parlamento per entrare in vigore, ribadisce il diritto dei cittadini a ottenere il risarcimento per danni eventualmente subiti, ma all’interno di un quadro più stabile ed equilibrato.

Dall’altra parte, il provvedimento potrà dare maggiori certezze alle professioni sanitarie e una capacità di intervento meno condizionata.

Il testo segue un dibattito aperto da anni fra operatori, associazioni dei pazienti e istituzioni, e arriva in un momento in cui il sistema sanitario nazionale è sotto pressione per la gestione delle liste d’attesa, il controllo dei costi e la necessità di innovare in sicurezza.

La speranza è quella che i medici si possano sentire più tranquilli, ma anche i pazienti e i parenti dovranno avere certezza che tutti i passaggi saranno effettuati, tutti i percorsi saranno tentati, senza che questo possa portare ai tempi lunghissimi che hanno caratterizzato e caratterizzano tuttora la sanità del nostro paese.

Con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la qualità delle cure per tutti.