L'ospedale di Praia a Mare non riaprirà, almeno non nell'immediato. È quanto trapela dal dispositivo emesso il 29 aprile dal Consiglio di Stato, il più alto tribunale amministrativo italiano a cui si erano rivolti i comuni di Praia a Mare e Tortora per chiedere, per l'ennesima volta, di applicare la legge, ossia, l'applicazione della quattro sentenze emesse lo stesso Consiglio di Stato, esecutive ed inoppugnabili, con cui i giudici tutte le volte hanno annullato gli atti della riconversione in casa della salute. Da quanto trapela dal documento, a causa dell'adeguamento dell'assetto della rete regionale in era Covid e di sopraggiunte esigenze, i presupposti che hanno portato alle suddette sentenze, sono parzialmente superati.

Va da sé che, nonostante l'insegna con la scritta "ospedale", la struttura sanitaria di località Santo Stefano continuerà a rimanere fuori dalla rete di emergenza e urgenza, relegando al destino e alla fortuna i casi più gravi dei pazienti dell'alto Tirreno cosentino. Non ci saranno né le sale operatorie né l'agognato reparto di Chirurgia e neppure un pronto soccorso, ma solo il già esistente punto di primo intervento.

Tutta colpa del Covid

Ma perché i giudici hanno cambiato idea? Stando a quanto si legge dal documento, si riconosce l'inerzia della struttura, ma va tenuto conto dell'adeguamento dell'assetto regionale dell’intera rete a causa del Covid-19. Ossia, «l’organizzazione della rete ospedaliera, mutata rispetto al contesto in cui furono emesse le sentenze, ha reso parzialmente superati i presupposti per l’esecuzione automatica delle stesse». In altre parole, è tutto da rifare. Dal giorno zero.

Il ricorso

L'odierno pronunciamento si riferisce al ricorso presentato dai due comuni altotirrenici nell’estate del 2023, in opposizione al provvedimento commissariale del 12 luglio dello stesso anno che, secondo le amministrazioni di Praia e Tortora, non prendeva in considerazione le quattro sentenze emesse dallo stesso Consiglio di Stato, massimo tribunale amministrativo italiano. La decisione è dettata dal fatto che nel corso degli ultimi tempi - spiega il pool di giudici composto da Michele Corradino, Stefania Santoleri, Giovanni Pescatore, Giovanni Tulumello e Antonio Massimo Marra - sarebbero sorte nuove esigenze e standard normativi da cui il nosocomio della Città dell’Isola Dino «non è stato escluso, ma con cui deve armonizzarsi».