L’ex presidente del Consiglio regionale commenta quanto emerso dalle testimonianze raccolte dal network CubaNet sulle decurtazioni degli stipendi e chiede di «mettere fine a questa esperienza per assumere i nostri giovani»
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«La Regione Calabria di centrodestra sostiene indirettamente un regime totalitario come quello di Cuba? I medici cubani arruolati negli ospedali calabresi sono sfruttati dall’Agenzia Governativa cubana in violazione delle norme sul lavoro vigente nell’Unione Europea? Non metto in dubbio l’utilità di questi medici (anche se mi chiedo cosa stia impedendo di fare lavorare i “nostri” giovani laureati e specializzati), ma la gravità delle accuse che vengono dagli oppositori del regime castrista è tale che s’impone un’operazione verità a cui ritengo il presidente Occhiuto non può sottrarsi, se non vuole danneggiare l’immagine della Calabria e dell’Italia». Esordisce così Mimmo Tallini, ex presidente del Consiglio regionale della Calabria, nel commentare l’inchiesta di CubaNet, di cui la nostra testata ha dato notizia ieri.
Al centro l’accordo firmato nel 2022 tra Italia e Cuba per far fronte alle carenze di personale medico negli ospedali calabresi. Secondo CubaNet, infatti, i medici che stanno prestando servizio alle nostre latitudini possono trattenere meno della metà di quanto il nostro Paese paga loro: tra il 28 e il 46% del salario base netto e appena il 28,5% – o anche meno – degli straordinari e di altri benefit come le tredicesime. Il resto, in base a quanto emerge dalle testimonianze raccolte dal sito di informazione che si oppone al regime, torna in patria attraverso un’imposta fantasma.
«Già in passato – dichiara Tallini – c’era stata una denuncia alla Corte Penale dell’Aja da parte dell’organizzazione non governativa Prisoner Defenders, con sede a Madrid, che aveva equiparato la Calabria al Messico e al Qatar, parlando addirittura di riduzione in schiavitù da parte del regime cubano. Ora le accuse vengono reiterate da un’altra associazione contraria al regime de L’Avana che sostiene che la Repubblica di Cuba trattiene fino al 70% degli stipendi dei medici impegnati in Calabria, soldi che finiscono direttamente nelle tasche del Partito Comunista Cubano. Sarebbe interessante conoscere il parere dei partiti “sovranisti” Lega e Fratelli d’Italia al governo della Calabria».
L’ex presidente del Consiglio regionale chiama in causa direttamente Roberto Occhiuto. «Non mi permetto di fare alcuna considerazione, ma sono del parere che il presidente Occhiuto debba riferire con estrema precisione i termini dell’accordo con l’Agenzia statale cubana che fornisce i medici e, nello stesso tempo, debba avviare un’inchiesta amministrativa e anche finanziaria per appurare dove finiscano i soldi pubblici dei calabresi».
Tallini è anche più netto, chiedendo di mettere fine all’esperienza dei medici cubani: «Credo che la Regione Calabria – conclude – debba accelerare tutte le procedure per assumere giovani medici calabresi, mettendo fine a questa esperienza dei medici cubani che non hanno contribuito a migliorare la qualità della salute in Calabria ma solo le casse del Partito comunista cubano, che vanno comunque ringraziati, salutati e rimandati nel loro Paese».