Il primario della Dulbecco spiega le ragioni: «Circolazione contemporanea di più virus che aggravano le condizioni». Le categorie più fragili a rischio, si consiglia la vaccinazione. Aifa ne ha autorizzati undici
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La stagione influenzale che si profila all’orizzonte rischia di essere intensa e particolarmente impegnativa per il sistema sanitario. Un’idea di quel che potrebbe accadere la forniscono i report in arrivo dall’Australia, dov’è l’influenza è in corso e dove si sta registrando un incremento di casi e un aumento del ricorso alle ospedalizzazioni.
«Sono dati che destano allarme per i sistemi sanitari occidentali perché si è notato un aumento di circa il 70% dei casi di infezione rispetto alla stagione 2024» spiega Paolo Scerbo, primario del reparto di malattie infettive dell’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro. «Ma ciò che preoccupa ancora di più è la statistica relativa ai ricoveri, c’è stato in Australia un aumento del 50%, quindi pazienti che hanno bisogno di assistenza ospedaliera per via delle complicazioni respiratorie con un aumento proporzionale di decessi».
«Quel che è più preoccupante – ha aggiunto ancora Scerbo – è che questa vasta epidemia in Australia sembra aver favorito la circolazione di altri tipi di virus: ad esempio, il virus respiratorio sinciziale e il covid che determinano un quadro più grave». Alle nostre latitudini, la stagione influenzale comporta in genere un aumento della pressione sugli ospedali e in particolare sui pronto soccorso con un aumento degli accessi.
«Se questi dati verranno confermati potrebbe determinarsi un maggior impatto sanitario a carico degli ospedali» ha spiegato il primario che ha precisato l’importanza della prevenzione: «La medicina oggi è soprattutto prevenzione. Abbiamo la possibilità di vaccinare con vaccini variamente combinati in base ai soggetti, all’età e in base alle comorbidità».
Aifa ha già approvato undici vaccini per questa stagione influenzale. Il primario ha infine aggiunto: «Si è rilevata la presenza di virus tendenzialmente più aggressivi, e inoltre la circolazione contemporanea di covid e virus respiratorio sinciziale che colpisce prevalentemente i bambini o gli immunodepressi. Chiaramente un virus influenzale nel momento in cui attacca un individuo provoca un abbattimento del sistema immunitario e questo favorisce la circolazione di altri virus aggravando il quadro iniziale».