Se il grido disperato dei genitori ci dice che sono passate 3 ore dalla comparsa dei sintomi alla morte della bambina, allora le responsabilità sono enormi. E sono di tutti noi
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La paurosa morte di una bimba di 12 anni, Carlotta La Croce, figli di emigrati di Amaroni, ai quali va tutta la nostra solidarietà, amore e vicinanza, per dissecazione dell'aorta, uno degli eventi più drammatici, mortali, che, assieme all'infarto, ictus, rottura di organi e grandi vasi, nei casi di incidenti, accadono agli esseri viventi, dimostra quanto imperfetto sia il corpo umano di fronte all'accadimento improvviso e non prevedibile. Al prevedibile, ci pensa la sanità del Nord-Italia.
La prima, grande speranza, fin dalla comparsa degli uomini, apparve con l'Illuminismo, la Ragione, che spazzò via i millenni oscuri dove il Potere di sempre si era costruito la propria legittimazione e diritto al dominio, attraverso le credulonerie dell'ignoranza fomentate dalla religione che lo portavano ad essere identificato, e temuto, alla pari del rispetto devozionale che si doveva ad ogni Dio. La prima Rivoluzione spazzò via tutto e mise al centro il concetto di fratellanza e uguaglianza. Ma non bastò! Senza una coscienza politica e civile, il limite dell'Illuminismo si manifestò tutto. Ci vollero le ideologie materialiste, e un'altra grande Rivoluzione, per dire che nulla è più importante, nella breve vita degli esseri umani, del fatto che le comunità di uomini devono essere al centro di tutto e che l'economia deve essere asservita, totalmente, ai bisogni vitali ed essenziali degli uomini.
Nacquero, così, i grandi sistemi sanitari pubblici che, per contaminazione, arrivarono pure in Calabria, regione, dove, da sempre, si riuscì a mantenerla riserva proficua di ogni patologia del potere. Entrato in crisi quel sistema di benessere universalistico perché non seppe difendersi, per bontà, la Calabria fu la prima vittima del ritorno all'aridità socio-politico-culturale. In Calabria, da 30 anni, siamo in mano agli artisti del rientro al trapassato, dove ogni crimine è normalità.
Nei casi di dissecazione dell'aorta, sintomatica, la prontezza degli interventi di emergenza/urgenza misura il tempo della civiltà e della morte. Se il grido, disperato, dei genitori di Carlotta ci dice che sono passate 3 ore dalla comparsa dei sintomi alla morte della bimba, tra l'altro in una zona vicina ad un centro di cardio-chirurgia, allora, le responsabilità, di ogni tipo, sono enormi. Spaventose. Sono calabresi. Dai vertici, all'ultimo di noi.
Quelle situazioni, ormai, sono normalità, in Calabria. Terra di compensazione per ogni truffatore. Siamo ridotti così, per la complicità della moltitudine di ignoranti che vivono la propria vita come una gentile concessione degli altri, perché abbiamo rinunciato a vivere. Sopravviviamo, e basta.
La morte di Carlotta dovrà turbare la nostra coscienza per sempre. Vaghiamo muti. Noi no! Dobbiamo ragionare della Calabria, non avendo, più, nulla a che fare con i traditori che se la sono venduta al Nord, trasformandola in un bancomat e in un deserto di solitudine. Forse, ora avete capito che siamo tutti in pericolo. Ci stanno uccidendo, col sorriso a tre quarti di bocca. Siamo nulla. E se la morte ci è stata messa accanto, tanto vale sputargli in faccia e morire combattendo.