Ancora una volta dal presidio ospedaliero di Tropea, spogliato nel tempo di personale e servizi a colpi di Dca, non giungono buone notizie. Anzi, in tema pensionamenti avvenuti e nuove nomine mai sopraggiunte emergono, gravando su un bacino d’utenza di 15 Comuni, tutte le difficoltà che il sistema sanitario locale si trova ad affrontare. Un cittadino vibonese, residente a 50 chilometri da Tropea, lo scorso 21 ottobre si è recato al nosocomio costiero per effettuare una visita specialistica durante la quale gli sarebbe stato comunicato che la Sala operatoria era «temporaneamente chiusa». Già, poiché l’unico reparto rimasto ad usufruire saltuariamente della Sala operatoria era Urologia ma, dopo il pensionamento avvenuto qualche tempo fa del dottore Giuseppe Rodolico, ex direttore dei dipartimenti di Chirurgia e Prevenzione, tutto appare fermo.

«Il medico – ha scritto l’uomo in uno sfogo sui social – non ha potuto fare altro che stringere le spalle e, senza essere esplicito, mi ha fatto capire che sarei dovuto andare altrove». Una situazione che, secondo quanto riferito poi anche al il Vibonese, lo avrebbe spinto a «sottoscrivere un’assicurazione sanitaria privata dal costo di circa 1.200 euro annui, al fine di poter coprire eventuali future spese mediche. Tuttavia, l’assicurazione non potrà coprire l’intervento necessario, poiché – come spiega lo stesso – il problema di salute era già presente al momento della stipula del contratto, e la polizza prevede la copertura solo per i casi che insorgono successivamente».

«Mi chiedo – scrive ancora l’uomo – se sia mai possibile che un cittadino debba ricorrere a un’assicurazione sanitaria per vedersi riconosciuto un diritto tutelato dalla Costituzione? E chi non può permettersi di spendere 100 euro al mese cosa fa? Nel frattempo sono costretto a recarmi in un’altra struttura sanitaria, fortunatamente pubblica, per effettuare la visita di cui necessito, ma lo spostamento è comunque un viaggio da dover affrontare. Nessuno tiene conto che si perdono giornate di lavoro (per chi lo ha), che delle volte bisogna anche scomodare qualcuno per farsi accompagnare… non è il mio caso fortunatamente, ma perché bisogna vedersi negato sempre un diritto base quale quello alla salute, tutelato dall’articolo 32 della Costituzione?».

Il tema della Sala operatoria a Tropea è un tabù anche al di fuori delle mura ospedaliere. Per anni infatti è apparsa ferma la questione del «dislocamento temporaneo» del reparto stesso di Urologia, previsto per Legge all’ospedale di Vibo. Un «dislocamento temporaneo» voluto anni fa che ha sempre costretto i pazienti dell’hinterland a raggiungere Tropea e che per anni ha generato un dispendio di personale (anestesisti) e impiego di risorse aggiuntive per il mantenimento di una Sala operatoria in più, quando si sarebbe potuto usufruire di quella presente a Vibo.

Inoltre, sulla Sala operatoria di Tropea oggi «temporaneamente chiusa», lo stesso management dell’Asp nonostante i solleciti dell’opinione pubblica, manifestazioni, dibattiti, ricorsi al Tar contro decreti ritenuti ingiusti e la nascita spontanea di un Comitato civico in difesa del futuro del presidio depauperato non si è mai pronunciato per chiarire all’utenza cosa stia accadendo, sebbene prima dello stesso pensionamento del dottore Rodolico abbia avallato l’acquisto di una tecnologia avanzata da circa 850mila euro al fine di rendere la struttura sanitaria tecnologicamente avanzata e pronta a tenere aperto in futuro il blocco chirurgico. Un futuro che all’orizzonte non esiste.