Luigi Ziccarelli, segretario di Anaao Assomed Calabria, analizza le soluzioni per risollevare il sistema a partire dal coinvolgimento degli specializzanti e da un’equa regolamentazione economica che eviti la fuga al Nord
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Il commissariamento, una sanità da ricostruire, le carenze negli ospedali, i nodi da sciogliere e soprattutto le prospettive future. Sono stati questi alcuni degli argomenti snocciolati nella puntata odierna di Dentro la notizia (clicca qui per rivedere la puntata). Ospite di Pier Paolo Cambareri, Luigi Ziccarelli, segretario regionale di Anaao Assomed Calabria.
In prima battuta, si è parlato dei lunghi e tortuosi anni (ben 15) di sanità commissariata in Calabria e del ruolo marginale cui per anni è stata costretta Anaao, «siamo stati spettatori senza essere chiamati in causa, al contrario degli ultimi tempi», ha spiegato il dottor Ziccarelli. Dubbi sull’effettiva efficacia dei commissari: «Come si fa a nominare commissario un generale dei carabinieri o un prefetto? Bisogna interrogarsi su questo: a Roma che idea si ha della sanità nella nostra Regione? I problemi sono peggiorati».
I medici cubani
Con il governatore Roberto Occhiuto si è aperta una fase nuova nonostante ancora insistano gravi carenze. Una fase dove l’Associazione ha potuto sedersi ai tavoli di confronto, ritagliarsi un piccolo quanto significativo ruolo. Se è pur vero che le scelte politiche sono fondamentali – è emerso nel corso della puntata – a fare la sanità sono in primis i medici e gli operatori. E la carenza di professionisti resta un tasso dolente: «L’idea dei medici cubani – ha evidenziato il segretario Ziccarelli – è stata una idea del governatore. Un progetto a cui inizialmente ci siamo opposti per poi trovare un equilibrio. Occhiuto cercava una soluzione in mancanza di medici che andassero a occupare determinate postazioni, come quelle nei pronto soccorso. Ma alla fine non hanno risolto i problemi».
Gli specializzandi
Per far fronte alla carenza di personale, Anaao ha proposto il coinvolgimento degli specializzandi «affinché potessero frequentare ospedali immessi in una rete formativa, prendere contezza della struttura e magari del loro futuro posto lavoro». Un risultato ottenuto con il Decreto Calabria nonostante vi siano ancora «difficoltà a far venire gli specializzandi negli ospedali perché alcuni atenei tendono a trattenerli. Alcuni sono più collaborativi, altri un po' più restii. Del resto – ha fatto presente il segretario Ziccarelli – la convivenza tra ospedalieri-universitari non è facile ed è difficile trovare accordi, soprattutto di natura economica».
Pianificazione del personale medico
Un altro nervo scoperto toccato nel corso della trasmissione riguarda la pianificazione del personale medico nei cui confronti la posizione della Anaao è chiara: «Paghiamo una cattiva programmazione di anni fa. Forse mancano medici perché in passato si è chiuso troppo, adesso stiamo allargando». Per l’associazione è indispensabile adottare le scelte giuste oggi per non ritrovarsi domani nella situazione di carenza di personale ma neanche il rischio di avere una sovrabbondanza di specializzando «per un sistema sanitario che poi non riesce ad assorbirli».
Sanità privata
In merito alla sanità privata, il segretario Ziccarelli ha analizzato: «Non sembra stia scivolando indietro, gli investimenti si fanno. Il discorso di azienda in generale dovrebbe essere rivisto, anche nel pubblico. Non si può vendere salute ma si deve dare qualità. Se ci sono manager che investono negli strumenti si hanno migliori servizi, invece se i finanziamenti sfuggono…».
Tra Nord e Sud
La regolamentazione economica e le differenze tra Nord e Sud è stato uno dei temi caldi della puntata: «È vero che c’è una parte fissa del contratto. Poi ci sono le variabili che vanno da regione a regione. E non solo. Ci sono differenze anche all’interno della stessa regione. Ci battiamo affinché – almeno in tutto il territorio calabrese – i professionisti vengano pagati nello stesso modo. Invece il confronto con Toscana, Veneto ed Emilia Romagna è difficile da sostenere».
Le aggressioni negli ospedali
Negli ultimi tempi, sembrano in aumento gli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari: «Le aggressioni sono all’ordine del giorno. Cambiano le leggi ma non mi sembra ci siano grandi risultati», ha fatto presente il referente del sodalizio aggiungendo: «È anche vero che, se nel prenotare le visite al paziente viene dato un orario che poi non viene rispettato, un po' di malumore è anche comprensibile. Ma non si può stabilire che una visita duri 20 minuti. In questo lasso di tempo un medico non riesce neanche a leggere i referti». Così l’attesa aumenta, si punta il dito contro il medico e avvengono le aggressioni. Rivendicata la necessità di tutela legale dei medici: «Se si sbaglia, purtroppo si pagano le conseguenze ma è giusto essere tutelati. Spesso si fa di fretta, non ci sono gli opportuni accorgimenti (manca l’infermiere piuttosto che uno strumento). Nessun medico si alza al mattino con l’intento di danneggiare un paziente».
Costruzione dei nuovi ospedali
Un ultimo passaggio la costruzione dei nuovi ospedali: «Le nuove strutture sono fondamentali per offrire servizi migliori. Prendiamo il caso Cosenza con un Policlinico per università e un investimento sulla struttura ospedaliera riusciremo a garantire una offerta migliore. Perché – conclude – sempre di azienda si parla. Di commercio di salute e qualità di servizi».