Sono servite le video denunce pubbliche di un utente, Marco Iovino, e gli articoli delle testate che hanno ripreso il suo j’accuse, LaC News24 in primis, per risolvere una questione che in realtà era banalissima: eppure la normalità a volte tende a diventare complicata favella, quando si mettono insieme le parole “servizi sanitari” e “Calabria”.

Nella giornata di oggi l’ufficio protesi e ausili dell’Ospedale di San Marco Argentano è tornato ad essere operativo dopo uno stop di oltre due mesi. La questione si protraeva dal mese di aprile ma si è risolta nella giornata di oggi, come reso noto informalmente dal Comune di San Marco Argentano. Il sindaco Virginia Mariotti, infatti, sin dal mese di aprile aveva in diverse occasioni scritto agli uffici dell’Asp per segnalare prima quello che sarebbe potuto succedere, ovvero la chiusura, e poi per protestare ufficialmente per le porte chiuse in faccia ai cittadini. 

«Il direttore generale dell’Asp di Cosenza, dottor Antonio Graziano, e il direttore del Distretto, dottor Francesco di Leone, nel pomeriggio di venerdì 6 giugno scorso – scrive una nota pubblicata sulla pagina Facebook ufficiale del Comune di San Marco Argentano – hanno comunicato per le vie brevi al sindaco che il funzionamento dell’Ufficio Protesi e Ausili, a seguito dell’accorpamento di alcuni servizi, è stato pienamente ripristinato. L’ufficio è aperto al pubblico il lunedì e il giovedì mattina. Naturalmente l’amministrazione comunale continuerà a sollecitare l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza affinché il problema della carenza di personale amministrativo venga affrontato al più presto».

Il dipendente in pensione, l’autorizzazione prima concessa e poi negata e il sostituto mancante

Si è chiusa quindi positivamente, almeno per il momento, la vicenda che è apparsa sin dai primi minuti paradossale. Strano pensare che un dipendente possa andare in pensione senza che nessuno pensi a coprire la postazione che lui stesso occupava: infatti, approfondendo la questione, emerge quanto il problema fosse chiaro proprio ai vertici aziendali.

Il dipendente, infatti, dopo essere andato in pensione aveva manifestato la sua disponibilità a continuare a prestare il suo servizio in regime di volontariato con un rimborso chilometrico: una possibilità contemplata negli uffici amministrativi, tant’è che inizialmente era stata approvata con tanto di delibera. Poi, dopo qualche giorno, la delibera è stata ritirata e l’autorizzazione a continuare il servizio è stata negata, poiché gli uffici avevano individuato una diversa soluzione interna. Era infatti stato individuata la disponibilità di un addetto per aprire l’ufficio per due giorni a settimana: dopo poche settimane, però, il dipendente è andato in malattia e l’ufficio è quindi rimasto chiuso a tempo indeterminato, senza che si riuscisse a trovare un sostituto.

Un impoverimento dei servizi purtroppo tipico in Calabria e ancor di più nel nosocomio normanno, che negli anni ha sofferto dei continui tagli ai servizi sanitari e amministrativi, come denunciato anche dai comitati locali che continuano a tenere alta l’attenzione sui lavori di ammodernamento