Un ferragosto dai diritti negati a Reggio Calabria e Villa San Giovanni dove, proprio nella data clou dell’estate, le guardie mediche erano chiuse o irreperibili. A Villa San Giovanni, un cartello scritto a mano affisso al cancello della struttura annunciava la chiusura per "mancanza di corrente", senza alcun timbro ufficiale. Con un “ci scusiamo per il disagio” come se si trattasse di un bancomat guasto sono stati liquidati quanti avevano invece necessità.

La situazione ha costretto cittadini e turisti a rivolgersi al 118 anche per problemi di lieve entità, sovraccaricando ulteriormente i pronto soccorso già in affanno. Il tutto mentre la medicina territoriale lentamente sparisce.

Un caso emblematico è quello di un bambino che ha accusato un malore in spiaggia. I genitori, turisti, si sono recati alla guardia medica alle 22:30, trovando la struttura chiusa e il cartello informale.

La carenza di personale medico è un problema noto in Calabria. A luglio, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha denunciato la chiusura estiva delle guardie mediche di Gallico e Ravagnese, definendola «una progressiva opera di cancellazione della sanità territoriale».

Anche nel Cosentino, molte postazioni di Continuità Assistenziale sono rimaste chiuse durante il periodo di Ferragosto, dal 14 al 17 agosto, a causa della grave carenza di personale sanitario.

La situazione evidenzia una grave mancanza di programmazione e attenzione alla sanità territoriale, lasciando intere comunità senza assistenza medica nei momenti di maggiore bisogno.

L'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Reggio Calabria è chiamata a fornire risposte concrete e immediate per garantire il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto in un periodo critico come quello estivo. Coprirsi dietro lo spauracchio della crisi del personale mancante non può più bastare perché è di vite e non di numeri che stiamo parlando.
E mentre la campagna elettorale entra nel vivo farebbero bene tutti a comprendere che è questa la prima realtà che andrebbe affrontata perché Cuba non può sopperire per sempre.