Era il 1956 quando si tenne la prima Assemblea generale dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT). Già 69 anni fa si avvertiva la necessità di connessione in tutto il globo, al fine di accorciare le distanze. Precorritrice, dunque, delle pratiche moderne di socializzazione. L’uso dello smartphone e dei social ci ha resi protagonisti, e protagonista è tanto il vicino di casa quanto l’amica emigrata negli Stati Uniti. Ma a volte, ancora oggi, prevale il desiderio di rilassarsi sul divano e guardare un format confezionato da qualcun altro. Così, da una parte si risolve la necessità di “staccare la spina” - attaccando quella del televisore - e dall’altra trova compimento il bisogno antropologico di sentirsi parte di una comunità.

Tra i media, la televisione è maestra nel creare comunità. Più dei forum. Più dei social. Sebbene la disponibilità del medium televisivo sia cambiata negli anni, fin dalle origini ha avuto una grande importanza su questo fronte. Forse, anche perché non si poteva fare altrimenti.

«Signore e signori, buon divertimento!». Fulvia Colombo inaugurava così l’avvento della Radiotelevisione italiana il 3 gennaio 1954. Nonostante in altri Paesi fosse arrivata prima e a discapito del boom economico tra i ‘50 e i ’60, il Meridione accoglieva con entusiasmo il nuovo mezzo, ma con scarsa possibilità di acquisto.

Accadeva che chi aveva la fortuna di possedere un televisore, diventava un punto di riferimento per chi ne era sprovvisto. Raccontano questo i nostri nonni che, attingendo al database dei loro felici ricordi di gioventù, ci catapultano in una realtà che ha un sapore di nostalgia e convivialità, in una fotografia a tonalità seppia che ritrae le persone di un certo quartiere dei paesini calabresi - loro direbbero “ruga” o “vineda” - tutte riunite a casa di colui che era riuscito a comprare un televisore in bianco e nero, oggi oggetto vintage ma allora simbolo d’avanguardia.

Oggigiorno, la diatriba grande o piccolo schermo cade davanti al concetto di collettività. Si va al cinema non tanto per il film in sé quanto per fare la medesima esperienza del proprio gruppo di uscita o degli altri spettatori che siedono in sala. Allo stesso modo, ci si sintonizza sul canale desiderato, magari in solitaria, ma lo si fa insieme ad altre migliaia di spettatori; tutti nello stesso momento, tutti nello stesso “luogo sociale”. Con la nascita dei nuovi media, la visione televisiva ha subito duri colpi inferti dai “competitor”. Ma si pensi agli eventi sportivi, per esempio: nessun mezzo può scavalcare il concetto di comunità che si crea attorno alla visione di un campionato, paragonabile per certi versi all’assistere allo spettacolo dal vivo.

LaC Tv fa tesoro del bisogno di collettività e di accessibilità a tutti proponendo un palinsesto variegato e adatto a tutte le età. Non a caso, il cospicuo numero di ascolti che i suoi programmi registrano giorno per giorno la rende un punto fermo per chi vuole sentirsi parte di una collettività con interessi in comune, offrendo accesso a un'ampia gamma di contenuti, tra notiziari, documentari, programmi culturali e di approfondimento, film, format di intrattenimento, trasmissioni che raccontano la Calabria al mondo e nel mondo e che riportano i fatti di tutto il mondo ai calabresi.

Non ci resta che festeggiare la Giornata Mondiale della Televisione augurando a tutti una buona visione sui nostri canali!