VIDEO | A soli 16 anni il giovane talento reggino è stato scelto dalla Wolf Racing Cars per il debutto nei test ufficiali tra Misano e Mugello. E l’anno prossimo guiderà per la prima volta la monoposto: «La mia passione non si ferma qua. Speriamo sempre di andare più in alto»
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Ha sedici anni appena compiuti e lo sguardo di chi non ha bisogno di troppe parole per farsi capire. Samuele Parisi viene da Condofuri, un piccolo comune della provincia di Reggio Calabria, una di quelle terre dove i sogni sembrano più lontani, non per mancanza di talento, ma per via delle distanze fisiche, logistiche, culturali.
Dove raggiungere una pista professionale significa ore di viaggio, dove gli allenamenti si incastrano tra scuola, trasferte e meccanica fai-da-te, e dove spesso i talenti si spengono prima ancora di partire.
Eppure è proprio da lì che Samuele ha preso il via: un ragazzo del Sud, umile, silenzioso, concentratissimo, che ha imparato presto a conoscere il rumore dei motori e il profumo della benzina bruciata.
Il suo 2025 è stato un susseguirsi di gare tra campionati nazionali e internazionali di kart, endurance da 12 ore e competizioni sprint. Un percorso durissimo, spesso in salita, tra viaggi infiniti e sacrifici. A stargli accanto in ogni metro di pista c’è il padre Salvatore, che non è solo il suo primo tifoso ma anche il compagno di box, il confidente, il meccanico, l’ombra che gli insegna a non mollare.
Da sempre condividono tutto: dai primi pezzi di kart montati insieme nel garage di casa, alle notti passate in officina prima delle gare. Non è solo passione, è una forma di complicità che tiene accesa la fiammella anche nei momenti più duri.
Accanto a Samuele non c’è solo il padre Salvatore. A sostenerlo ogni giorno ci sono anche la sorella Veronica, la sua “psicologa personale”, la spalla silenziosa che lo accompagna moralmente in ogni sfida, e la madre Raffaella, calma e rassicurante, che con i suoi consigli è sempre pronta a dirgli: «Vai, vai tranquillo». Una famiglia unita, che lo spinge con delicatezza e forza verso il sogno.
«Consiglio a tutti i ragazzi di mettercela sempre tutta, senza buttarsi giù. Inseguite i vostri sogni» dice Samuele, con quella fermezza gentile che non lascia spazio alla retorica.
Le sue parole arrivano dritte, come la sua guida: pulita, essenziale, tenace.
Il destino ha bussato alla sua porta in una delle gare decisive di stagione, quando tra i presenti c’era Marco Maestri, osservatore di talento di ACI Sport. Lo ha visto guidare, lo ha studiato, ha fatto domande. Ha intuito che Samuele non era uno dei tanti. E ha deciso di segnalarlo alla federazione nazionale, quella vera, che costruisce i campionati e seleziona i piloti destinati a fare strada.
Pochi mesi dopo, la chiamata: Samuele è stato scelto come primo pilota dalla Wolf Racing Cars, una delle scuderie più prestigiose, da cui sono passati nomi come Fisichella e Alonso. I test ufficiali sono previsti tra il 31 ottobre e il 3 novembre, tra Misano e Mugello, e lì, finalmente, siederà nella sua monoposto.
«Il prossimo anno guiderò in Formula 4. Partendo dalla nostra periferia, un posto dove spesso si pensa che certe cose siano irraggiungibili, arrivare fin qui è qualcosa che mi dà una forza enorme. È un sogno che si realizza, ma anche una responsabilità. Voglio dimostrare che si può fare».
Il suo debutto, però, non è solo una tappa personale: per ACI Sport rappresenta una scommessa sul futuro del motorsport italiano, un segnale forte che da una realtà come quella calabrese possono emergere piloti di valore assoluto.
Samuele è considerato oggi una delle promesse più brillanti del vivaio nazionale. E domani, chissà, potrebbe sedersi al volante di una Formula 1.
Non cerca scorciatoie, non si atteggia, non si distrae. La Formula 4 è solo il primo passo. E anche se lo sa che è difficile, non lo spaventa. «La mia passione non si ferma qua. Speriamo sempre di andare più in alto».
In un mondo che corre, Samuele corre meglio. E corre lontano. Ma porta con sé tutto ciò che conta: le radici, il silenzio, e una velocità che nasce prima di tutto dal cuore.
E forse, in mezzo al rombo dei motori, ci sarà sempre spazio per il rumore più forte di tutti: quello di un sogno che si accende, chilometro dopo chilometro.