Non è proprio l’estate dello sport lametino al chiuso, almeno stando a quanto sta avvenendo negli ultimi giorni. L’addio dalle scene dell’Ecosistem è stato un duro colpo sul maschile, altrettanto lo è anche quello che si sta registrando nelle ultime ore sul versante in rosa.

La conferma è arrivata direttamente dalla società della Royal Team Lamezia, che molla la presa e non parteciperà più al campionato femminile di riferimento.

Si congeda così dalle scene dopo tre campionati di Serie A, la simpatia degli sportivi cresciuta nel corso del tempo ma anche tante difficoltà, come negli scorsi mesi quando c’era addirittura la difficoltà di trovare un posto adatto per disputare le proprie gare di campionato.

I dirigenti hanno capito come, per il prossimo futuro, non c’erano più le adatte condizioni per proseguire: «La Royal Team Lamezia – si legge nel comunicato della società - si congeda ufficialmente dal campionato e dalla scena sportiva, portando nel cuore i ricordi di tre campionati di Serie A, delle grandi sfide e delle emozioni condivise con tutta la città. Il nostro obiettivo era portare il nome di Lamezia sui palcoscenici più importanti, contribuendo anche allo sviluppo economico e sociale del territorio attraverso lo sport. Purtroppo, ci dobbiamo arrendere di fronte alle reali possibilità di crescita e alle dinamiche di un sistema che ancora fatica ad apprezzare appieno il valore di questa disciplina».

Dodici anni di sport, risultati di alto livello e amore intorno al futsal andranno così agli archivi. Un vero peccato per Lamezia Terme, un rimpianto per gli stessi dirigenti che avrebbero meritato un maggior supporto nel corso del tempo.

Non si torna più indietro, il futuro non è foriero: «Purtroppo, nonostante i nostri sforzi e le speranze riposte, le difficoltà di natura economica, logistica e di supporto da parte delle istituzioni hanno reso insostenibile proseguire un progetto che, negli anni, ha portato in alto il nome di Lamezia e della sua passione sportiva. La mancanza di un adeguato sostegno e di un riconoscimento più ampio per il nostro sport, considerato "minore" da molti, ha impedito alla nostra realtà di crescere e consolidarsi ulteriormente, come avremmo desiderato».