«Guarascio vattene», tifosi del Cosenza inviperiti col presidente: città tappezzata di striscioni

La retrocessione in serie C non è stata perdonata dal popolo rossoblù che durante la notte appena trascorsa ha riempito la città e gran parte della provincia cosentina con manifesti dal messaggio inequivocabile

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di Francesco Spina
14 maggio 2021
07:11

Che il rapporto tra i tifosi del Cosenza ed il Presidente del club rossoblù non fosse idilliaco, di certo non lo veniamo a scoprire oggi. Un amore mai nato, quello tra Guarascio e la maggior parte dei tifosi rossoblù. Eppure, sotto la gestione del presidente dalla capigliatura un po' “naif”, il Cosenza ha scalato le classifiche, partendo dall'anonimato della serie D, fino ad arrivare alla cadetteria nell’arco di 10 anni. Una scalata dove ovviamente i meriti sportivi ci sono stati, ma non è mancato anche quel pizzico di fortuna. La Dea bendata (chiamiamola così) fa parte della vita cosi come del mondo del calcio, dove rappresenta uno degli elementi fondamentali. Ma tornando ai successi sotto la gestione Guarascio, oltre alla promozione in serie B non si può dimenticare la conquista dell’edizione 2014-2015 della coppa Italia di Lega Pro. Un troveo di carattere nazionale per la società in riva al Crati. Ma nonostante tutto la scintilla tra il presidente ed i tifosi Bruzi non è mai scoccata.

«Il Cosenza è un hobby»

In una piazza passionale e calorosa come quella cosentina, Guarascio paga sicuramente il suo essere più imprenditore che tifoso. Anzi, il presidente dalla capigliatura “naif” di tifoso verace ha veramente ben poco, e se a questa mancata caratteristica aggiungiamo qualche sua uscita infelice, allora il dado è tratto.


Nel corso del decennio, il presidente silano ha terribilmente incrinato il già precario rapporto con la piazza cosentina, attraverso qualche esternazione magari evitabile. «Il Cosenza per me è un hobby» è di sicuro una delle frasi che ha più infastidito gli appassionati dei colori rossoblù. Ma in modo particolare ha fatto arrabbiare quelli per cui il Cosenza è una fede più che una squadra di calcio. Una frase (infelice), pronunciata da Guarascio, in occasione delle elezioni amministrative di Lamezia Terme nel 2019, competizione che lo vedeva concorrere alla poltrona di primo cittadino.

Poca programmazione 

Ma la tifoseria negli anni ha contestato alla società guidata da Eugenio Guarascio, anche la poca programmazione e la mancanza di una giusta organizzazione capace di portare il Cosenza a stabilirsi in maniera costante nel calcio che conta. Sono tante le "falle" che si sono venute a creare nel corso della gestione Guarascio. Ritiri pre campionato saltati o iniziati con in rosa la quasi totalità di giocatori della Primavera, calciatori presi in prestito e pochi invece quelli di proprietà, sono ulteriori, e fondamentali elementi che hanno complicato ancora di più il rapporto tra il presidente originario di Parenti e la tifoseria. Scelte di gestione sbagliate e discutibili arrivate soprattutto nelle ultime 3 stagioni di serie B. Un triennio concluso nel peggiore dei modi con la retrocessione in Serie C.

La protesta 

Un ritorno in terza serie non perdonato dal tifo rossoblù, al punto che nelle ultime ore l’onda del dissenso è cresciuta fino a fare esplodere una vera e propria protesta comune.
Dalla serata di ieri, e per tutta la notte, sono infatti centinaia i manifesti affissi in città, nella provincia e addirittura all'areoporto di Lamezia Terme, con l'inequivocabile testo del messaggio rivolto al presidente: “Guarascio vattene”.
La retrocessione arrivata nella sfida contro il Pordenone, all’ultima giornata, non è stata dunque digerita dalla piazza silana e sul banco degli imputati è salito quello che è visto come il responsabile numero uno di questa triste pagina di storia sportiva rossoblù: Eugenio Guarascio.
A nulla sono servite le scuse ufficiali del patron del Cosenza, che è invitato dalla quasi totalità della tifoseria a lasciare le redini della società. Questa ennesima protesta a colpi di manifesti e di “Guarascio vattene “ è la prova provata che la frattura tra la "gente rossoblù" ed il presidente dalla capigliatura un pò naif è ormai insanabile. 

 

 

 

Giornalista
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