L’intervista

Cassano Sybaris, la “garra” di mister Edgardo Martini: «Mi piace attaccare e quando perdo mi duole il cuore»

VIDEO | L'allenatore argentino ai nostri microfoni ha anche messo in evidenza alcune differenze tra il calcio sudamericano e quello italiano: «In Argentina c'è più tecnica e voglia di allenarsi. Qui, invece, più tattica ma i calciatori pensano alla Play Station e ai telefonini»

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di Francesco Spina
15 marzo 2024
14:45

In attesa del prossimo turno di campionato in programma nel fine settimana, nel girone A di Promozione il Cassano Sybaris si gode ancora il successo di domenica scorsa ottenuto in casa della capolista Rossanese. Ai biancazzurri è riuscita l'impresa di espugnare lo "Stefano Rizzo" per la prima volta nel campionato in corso. La Rossanese, infatti, prima del ko contro il Cassano Sybaris, in casa aveva collezionato 9 vittorie e 3 pareggi. Gli amanti delle statistiche, però, ricorderanno il 3-1 subito dai bizantini tra le mura amiche in questa stagione contro la Morrone, ma in quell'occasione - lo scorso 27 agosto 2023 - si trattava della prima partita della fase a gironi di Coppa Italia.  

«È stata una vittoria importante per tutti noi - ha detto ai microfoni di LaC Sport l'allenatore argentino del Cassano Sybaris Edgardo Gabriel Martini -, sono felice per la società e per tutti i calciatori». Vincere contro la Rossanese premia anche «tutti i nostri sacrifici. Io, ad esempio, ho la mia famiglia lontana in Argentina e non la vedo da due anni - dice il tecnico -. Domenica scorsa abbiamo perso ma non ci siamo abbattuti» e contro la Rossanese «abbiamo dimostrato che il Cassano è forte». 


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L'allenatore sudamericano (che proprio oggi - 15 marzo - compie 52 anni) è alla guida della squadra cassane, composta quasi per intero da atleti argentini,  dallo scorso 1 febbraio, quando è subentrato a Giuseppe Bruno. Un percorso, quello nel campionato di Promozione, ricco di ostacoli ma che il tecnico sta affrontando insieme ai suoi calciatori con la giusta "garra": Tra le maggiori difficoltà c'è quella rappresentata dalla «lingua - dice il tecnico -. A volte, ad esempio, gli arbitri non capiscono e interpretano male quello che ci diciamo». Siamo un gruppo «al quale non piace perdere - afferma Martini -. Per noi argentini o si vince oppure è "la morte". Non ci piace perdere e quando accade a me duole il cuore». 

Martini ha messo in evidenza anche le principali differenze tra il calcio argentino e quello italiano: «In Italia il calcio è molto più tattico, mentre in Argentina c'è più tecnica ma anche più allenamento - afferma l'allenatore -. Da noi in Argentina quando i ragazzi si allenano in campo di mattina nel pomeriggio vanno in palestra». Secondo Martini avrebbero più distrazioni e invece di concentrarsi sul calcio «pensano di più alla Play Station, ai telefonini e agli iPhone». 

 

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Giornalista
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