Nel match dell’Hard Rock Stadium di Miami è la squadra di Xavi Alonso ad accedere ai quarti. Netta la differenza di qualità tra gli spagnoli e gli bianconeri, che concludono ufficialmente la stagione 2024-25
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I pronostici davano i blancos nettamente favoriti per il match giocato in Florida e mai come in questo caso la realtà si è concretizzata senza grossi sforzi, nonostante il punteggio striminzito. Il Real Madrid, pur con qualche differenza netta rispetto al periodo ancelottiano, è riuscito ad approdare ai quarti di finale battendo la Juventus con gol di Garcia.
Una netta visione porta a vedere la sfida guardando singolarmente gli uomini in campo: Kelly in marcatura su Vinicius (!), mentre dall’altra parte in difesa c’erano Rudiger e il già rimpianto Hujsen. Per non parlare del centrocampo, la mediana di Bellingham e Arda Guler è ben altra roba a livello qualitativo rispetto a quella che si regge ancora su Locatelli e su McKennie (entrato nel finale), forse il vero emblema dell’impasse bianconera da un paio di anni, in campo prima ancora che nei gusti culinari.
Del resto, in campo la differenza pratica si è fatta sentire a lungo andare. Il 3-5-2 del Real Madrid non è di certo un modulo bloccato come quello che si vede in Italia, diventando una fissazione degli allenatori quando ormai non hanno più nulla da offrire al calcio in generale.
Xavi Alonso ha fatto suo questo stile ma lo ha reso totalmente versatile, con frequenti cambi di passo, possesso palla e un baricentro molto alto che porta gli esterni ad avere qualità nei piedi, piuttosto che correre come dei maratoneti per ottanta metri senza saper poi cosa fare del pallone.
I bianconeri, seppur con buona volontà, sono ben altra roba rispetto al Real Madrid. E lo si vede proprio dai piccoli particolari: una panchina perennemente non lunghissima, gente che ormai attende una nuova destinazione (l’oggi panchinaro Vlahovic su tutti) e giovani bisognosi di una guida pratica in campo, da affiancare a calciatori con un’esperienza non banale in campo europeo.
La cronaca
Nel primo tempo sostanziale equilibrio con una prima parte a predominanza bianconera. Due situazioni pericolose su tutte per la Juve, Yildiz è il motore che innesca Kolo Muani dopo sei minuti ma il francese davanti a Courtois manda incredibilmente alto con un pallonetto. Intorno al decimo poi è lo stesso turco a cercare il tiro ad effetto, solo una deviazione non consente al numero 10 di realizzare la sua quarta marcatura nella competizione.
Juve con fraseggio breve, Real più lungo e con leve diverse in campo, prende spazio la squadra madrilena cercando soprattutto il tiro da lontano: è un copione sperimentato da Tchouaméni a metà tempo e Valverde alla fine del primo parziale con Di Gregorio reattivo, che in mezzo alle due parate dalla distanza deve superarsi anche in maniera ravvicinata su Bellingham.
Ripresa ben diversa, il Real aumenta i giri del suo motore e sa di avere maggiore qualità di palleggio. E lo fa capire proprio nell’azione del gol arrivata tra il 54° e il 55° con Di Gregorio che salva su un tiro dalla distanza dell’ex Hujsen, poi sul successivo sviluppo Alexander Arnold crossa al bacio per la testa di Gonzalo Garcia, che infila la porta bianconera e realizza il terzo gol nel torneo.
Rimpallo di occasioni, soprattutto dalla distanza ci provano centrocampisti e mezzale, nell’ordine Coincecao, Valverde (il migliore in campo), Arda Guler, Nico Gonzalez e Tchouameni, e ingressi in campo di una certa levatura con il ritorno di Mbappè e gli ultimi scampoli dell’ormai milanista Modric.
Poco altro per chiudere, il Real Madrid proseguirà la sua avventura nel torneo, diventando ormai l’antagonista numero uno del Paris Saint Germain. Tudor invece dovrà seriamente considerare come questa Juventus possa e debba essere rafforzata dal mercato estivo.