Orgoglio calabrese

Paralimpiadi, a Taurianova festa e commozione per l’argento di Enza Petrilli

VIDEO | A poche ore dal successo, nel paese dell'arciera parenti e cittadini sono ancora galvanizzati. Il fidanzato Michelangelo: «Quando torna la butto a mare»

  

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di Agostino Pantano
3 settembre 2021
17:00

C’è anche la gioia incontenibile di una famiglia e di un intero paese, intorno alla medaglia di argento conquistata da Enza Petrilli nelle paralimpiadi di Tokio. A Taurianova, dove l’atleta vive con il compagno Michelangelo Minutoli è proprio lui a dare gli ultimi aggiornamenti, dopo la gara di tiro con l’arco partita quando in Italia era notte fonda. «L’ho sentita poco fa – afferma il ragazzo intorno alle 19 – era raggiante per questo successo inaspettato». Talmente inaspettato che Enza, come aveva confessato nel marzo scorso in una intervista al nostro network, non pensava neanche di doler volare fino al Giappone, pianificando i suoi allenamenti in vista del 2024.

«Questo argento vale più dell’oro», prosegue Michelangelo a proposito dell’esito di questa che era la seconda apparizione della taurianovese in competizioni internazionali. A poche ore dal successo, a casa Petrilli il ritorno alla normalità è segnato dal lavoro. Papà Franco è fuori paese per il giro quotidiano con cui rifornisce i suoi banchi di frutta ai mercati generali. «Stanotte eravamo tutti assieme – dice Antonio Petrilli, fratello di Enza – ancora ora sono commosso». In paese ci si prepara alla festa. «Anche il Comune ha detto che farà qualcosa», risponde Vincenzo Minutoli, suocero dell’arciera. «E’ un regalo che lei ha fatto a noi», sostiene la zia Monica Legato.


Una soddisfazione collettiva, anche dopo il magone per aver perso di un solo punto, grazie ad una 31enne – perito informatico diplomatasi a oppido Mamertina che ha scoperto lo sport dopo l’incidente stradale che 5 anni fa la condannò sulla sedia a rotelle – che in cittadini in piazza sono pronti a condividere. «Ha portato avanti il buon nome di Taurianova», sintetizza un anziano.

«Abbiamo vissuto una estate dura – conclude Michelangelo, che era in auto con lei anche la notte dell’incidente – neanche un giorno di vacanza, per allenarsi alle gare, ed è per questo che le avevo promesso che la prima cosa che avrei fatto al suo ritorno da Tokio, sarebbe stata portarla a mare». Un tuffo in acqua e nella festa che Enza, simbolo di passione e tenacia, è sul punto di fare.

Giornalista
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