Il presidente FIFA ospite d’eccezione alla settima edizione del riconoscimento organizzato dal giornalista Maurizio Insardà ha parlato anche della Nazionale Italiana e non solo: «Gattuso esempio di vita. La Reggina? Merita la Serie A»
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
Un parterre di rilevanza assoluta quello che ha presenziato all'Altafiumara Hotel, in occasione della settima edizione del Premio Sportivo Internazionale "Oreste Granillo". Un red carpet difficilmente replicabile quello che ha contribuito ad arricchire l'evento, ideato e da anni organizzato dal giornalista Maurizio Insardà. A essere premiato infatti è stato Gianni Infantino, attuale presidente FIFA, che si è confrontato con il già menzionato Maurizio Insardà e con Italo Cucci, tra i più celebri giornalisti italiani. Di un certo spessore anche il pubblico presente come testimoniano (tra le altre) le figure di Lillo Foti, storico presidente della Reggina, Mimmo Praticò (presidente onorario della Reggina e storica figura del calcio nazionale e internazionale) i direttori sportivi Francesco Iacopino e Gabriele Martino e tanti altri profili.
Infantino, tra calcio e Italia
Applausi per l'ingresso in sala del presidente FIFA, che ha aperto l'evento così: «Quando si ha la passione si può fare tutto, e noi cerchiamo di trasmettere per intero la passione per questo sport che è il più bello al mondo e fornisce speranza a ragazzi e ragazze per poter sognare».
Da calabrese ma, soprattutto, da italiano era inevitabile una domanda sulla Nazionale Italiana che (almeno per quel che riguarda i Mondiali) stenta a decollare: «Ho guardato la partita dell'Italia in televisione, match che è coinciso con l'esordio in panchina di Gattuso che è un altro calabrese e uomo di questa terra. Anche lui non ha avuto una vita facile per arrivare dove è arrivato, ma ha testa e cuore ed è campione del mondo. Non aveva piedi fini ma, come detto, tanta grinta e cuore ed è questo che deve trasmettere ai giocatori della Nazionale, rappresentando con volontà e passione i colori azzurri».
Restando in ottica Mondiale, proprio settimana scorsa lo stesso Infantino ha fatto visita a Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, in vista dell'evento calcistico che si terrà nel 2026 tra Stati Uniti, Canada e Messico: «Trump si sta appassionando a questo sport, e con lui tutta la Nazione americana. Lì il calcio non è ancora lo sport numero 1 ma sta arrivando il cambiamento».
Non è mancato un riferimento alla squadra amaranto: «Forza Reggina, vogliamo riportarla in Serie A», ha detto Infantino ricevendo il premio dalle mani della figlia di Granillo. Accanto a lui era presente anche Lillo Foti, storico presidente della società.
La stima di Italo Cucci
Di grande stima e ammirazione anche le parole di Italo Cucci e, visto il blasone del personaggio, amplificano ancora di più il significato: «L'importanza di Infantino è che silenziosamente è salito al potere, diventando promotore del calcio a livello planetario con eventi di grande interesse come i Mondiali o il Mondiale per club. Io ho conosciuto grandi presidenti della FIFA ma che facevano grande rumore, lui invece è arrivato ai vertici col silenzio e senza colpi di scena. Non ha mai cercato di essere Napoleone».
Insardà, l'ideatore del Premio
Tra i protagonisti del premio vi è indubbiamente anche il già menzionato giornalista Maurizio Insardà, ideatore del Premio e di questa kermesse che è ormai divenuta punto fisso annuale e, soprattutto, di qualità: «Portare un personaggio più importante di Gianni Infantino penso sia impossibile, dal momento che è il presidente della FIFA. Se pensiamo che solamente settimana scorsa era in visita da Donald Trump è tutto dire».
Insomma, una scena d'élite del calcio, di conseguenza anche l'impegno nel realizzarla è stato grande: «Le manifestazioni le fanno anche i personaggi - continua Insardà - e organizzare è molto difficile per vari motivi. Si può fare qualsiasi cosa ma, a mio avviso, se non si hanno delle reti dirette si può fare ben poco. Tengo a precisare che queste manifestazioni non hanno alcun tipo di guadagno».
In onore di Oreste Granillo
A premiare Gianni Infantino è stata Maria Stella, figlia dello storico e compianto Oreste Granillo. Un'emozione che lei stessa non riesce a nascondere: «Una cornice bellissima, come ogni anno, e di questo dobbiamo ringraziare Maurizio Insardà dal momento che è lui che con cura, parsimonia e dedizione alimenta questa kermesse in onore di mio padre. Quest'anno è riuscito a portare una chicca, vista l'importanza del profilo, ed è una soddisfazione per Reggio e per tutta la Calabria. Sono ormai ventotto anni da quando mio padre è venuto a mancare, ma il suo ricordo nei reggini rimane indelebile e questa ne è la conferma».