L’ex governatore della Regione rivendica la correttezza del decreto del 2020 dopo la risposta della Commissione Europea: «Ogni tentativo di lasciare i veleni a Crotone è inaccettabile e contrario alle norme europee: Eni ora dovrà rispettarle»
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La risposta del Commissario europeo per l’Ambiente Jessika Roswall all’interrogazione presentata dall’onorevole Nesci riaccende il dibattito sulla bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Crotone. A intervenire è l’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, che rivendica la correttezza delle decisioni assunte durante il suo mandato.
«La risposta del Commissario europeo certifica in modo chiaro e inequivocabile che la decisione assunta dalla Conferenza dei Servizi nel 2019, recepita con il Decreto ministeriale n. 7 del 3 marzo 2020, era quella giusta» afferma Oliverio. «I rifiuti pericolosi e radioattivi presenti nel SIN di Crotone devono essere smaltiti fuori regione, in impianti idonei e specializzati, poiché in Calabria non esistono strutture adatte».
Secondo l’ex governatore, la Commissione Europea ha chiarito che il Regolamento (UE) 2024/1157 non vieta il trasferimento transfrontaliero dei rifiuti pericolosi verso Paesi OCSE, ma ne rafforza la tracciabilità e la sicurezza. «È la conferma che quanto stabilito nel 2019 era giusto e coerente con la direttiva europea» sottolinea Oliverio, aggiungendo che «ogni tentativo di Eni Rewind di lasciare i rifiuti a Crotone rappresenta una manovra inaccettabile, bocciata nei fatti anche dall’Unione Europea».
Oliverio punta il dito contro l’inerzia istituzionale: «Perché dal 2020 non è stata attivata la bonifica prevista dal Piano Operativo di Bonifica (POB Fase 2)? Perché Ministero, Regione, Comune e Provincia non hanno richiamato e diffidato Eni Rewind al rispetto delle prescrizioni contenute nel PAUR?».
Nel suo intervento, l’ex presidente riconosce anche il ruolo decisivo della mobilitazione civica: «Grazie all’iniziativa del Comitato “Fuori i Veleni – Crotone vuole vivere”, nel quale si sono ritrovati cittadini, consiglieri comunali, personalità e forze di diverso orientamento politico e culturale, è stato possibile smascherare e bloccare una grave operazione a danno della città e dei cittadini di Crotone».
Oliverio ribadisce poi l’urgenza di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni ambientali e sanitarie: «È inaccettabile che i lavori finalmente avviati possano procedere senza osservare le misure di sicurezza previste e senza adeguato controllo e monitoraggio. Così si espone a serio rischio la salute dei cittadini».
Da qui la richiesta di riattivare immediatamente la convenzione con ARPACAL, come già avvenuto nel 2016, per potenziare i controlli con personale tecnico qualificato. «Ora che anche il Commissario europeo ha chiarito, non ci sono più alibi: le regole devono essere rispettate da tutti».
La conclusione è netta: «Eni Rewind deve procedere alla completa bonifica del SIN nel rispetto della legge. Crotone è una città dell’Italia e non dell’Africa, con tutto il rispetto dovuto alle realtà africane».