Corigliano-Rossano, quell’ultimo ecomostro di contrada Zolfara

VIDEO | Sorge a pochi passi dal mare. Non è mai stato completato ed è lì dalla fine degli anni ’70. È uno dei pochi “residuati” della grande campagna di demolizione che si attuò tra gli anni ’90 e il 2000

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di Marco  Lefosse
31 agosto 2019
13:46
L’ecomostro di località Zolfara
L’ecomostro di località Zolfara

Quell’ultimo ecomostro sulle spiagge ioniche di Corigliano-Rossano. Siamo stati a contrada Zolfara, proprio lì dove tra le fine degli anni ’90 ed i primi anni del nuovo millennio iniziò la storica campagna di demolizione degli immobili abusivi. Zolfara, Torrepinta, Seggio, il litorale che per un ventennio ha subito l’invasione di un lungo treno di case e cemento, costruite sull’arenile a pochissimi passi dal mare, e dove qualcuno – ovviamente in modo abusivo – si era addirittura recintato il proprio pezzo di spiaggia, oggi è stato ripulito e bonificato. Nella sua quasi totalità.

Un casermone a dieci metri dal mare

Rimangono in piedi, ancora, pochi ruderi. Proprio come quello di contrada Zolfara. Un ecomostro a dieci metri dal mare. Una storia particolare per quell’ultimo ecomostro, dal momento che quella palazzina a due piani con i piedi in acqua non è mai stata abitata. E questo perché, a parte lo scheletrato di cemento armato e mattoni forati, i costruttori non finirono mai di realizzarla.


Zolfara è un diamante grezzo

Siamo a cavallo tra gli anni ’70 e ‘80 e dalla strada litoranea che divide contrada Zolfara dalla spiaggia non si vedeva il mare, ma una schiera di case e villette, costruite sull’arenile. Erano i tempi in cui questi luoghi facevano da quinta a serie Tv epiche come La Piovra e ai film cult del cinema italiano come Uomo contro uomo. Quella zona era un diamante grezzo. Oggi, grazie ad una profonda azione di bonifica e demolizione, si vede il mare ma quel diamante potrebbe brillare ancora di più. Spiaggia bassa a piccoli ciottoli, natura incontaminata, un mare cristallino che di questi tempi è una fortuna trovarne.

Tra questo ben di Dio, dicevamo, sorge però quell’ecomostro che in quarant’anni è diventato ricettacolo di randagi, senza tetto e luogo ideale per scorrerie vandaliche. Andrebbe buttato giù, insieme ad un’altra casa che è nelle vicinanze, così come venne fatto per tutti gli altri immobili.

La lunga trafila giudiziaria

C’è, però, una nota curiosa. La campagna di abbattimento degli ecomostri venne accompagnata da una lunga trafila giudiziaria che ne rallentò, per anni, le procedure di demolizione. E questo perché la burocrazia alle volte è davvero un apparato contorto. L’immobile di contrada Zolfara, infatti, pur sorgendo a pochissimi passi dalla linea del mare non sarebbe costruito su terreno demaniale – come ci racconta Liliana Zangaro da anni componente del comitato Zolfara e che da qualche mese ricopre anche l’incarico di consigliere comunale di maggioranza di Corigliano-Rossano.

Lei quel casermone se lo ricorda da quando è nata. Ed è sempre rimasto così. Fino a qualche anno fa ce n’era un altro gemello che poi la proprietà decise di demolire. Già, ma a quanto pare quello che è rimasto in piedi potrebbe rimanerci ancora a lungo se non si avvierà un’azione di forza. Una bruttura, un pugno in un occhio che deturpa un ambiente incantevole.  

Giornalista
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