Crisi del grano

L’Arsac: «Ecco perché sono soltanto 99 gli ettari “pubblici” coltivabili a cereali»

L’Azienda per lo sviluppo dell'agricoltura in Calabria spiega l’esito della ricognizione effettuata in seguito al bando della Regione

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12 aprile 2022
21:11

«La Giunta regionale della Calabria, su proposta del dipartimento competente, ha approvato, con propria deliberazione n. 125 del 28 marzo scorso, un atto di indirizzo nei confronti di Arsac, ente strumentale della Regione Calabria in Agricoltura, con il quale, al fine di incrementare le produzioni cerealicole ad uso zootecnico si chiede di individuare nel patrimonio dell’azienda superfici agricole seminative, destinate a produzioni non essenziali o al momento non utilizzate per promuovere nell’attuale annata agraria, l’impianto di colture cerealicole ad uso zootecnico e di coinvolgere, in compartecipazione, imprese agricole e zootecniche costituite in forma associata da individuare a mezzo avviso pubblico». 

È quanto ha inteso precisare la Regione Calabria in riferimento all'articolo pubblicato dal nostro network, in cui si è dato conto dell'esito del censimento effettuato da Arsac sui terreni da destinare a coltivazioni cerealicole e di una nota stampa redatta dall'ex consigliere regionale, Pietro Molinaro. «L’Arsac si è prontamente attivata per procedere alla individuazione di dette superfici che sono state, nei termini previsti dall’atto di indirizzo, trasmesse al dipartimento competente» si legge ancora nella precisazione.


«Dall’analisi è emerso che i terreni di proprietà di Arsac, costituenti i Centri Sperimentali e Dimostrativi, ammontano a circa 1000 ettari, comprensivi dei fabbricati, delle tare per strade e fossi, e di superfici inutilizzabili. La superficie agricola utilizzabile ammonta a circa 600 ettari. Di questi circa 300 sono impegnati da boschi e da coltivazioni legnose agrarie (olivo, agrumi, vite, fruttiferi). La restante superficie a seminativo è, per circa 205 ettari, già impegnata da coltivazioni utili all’alimentazione zootecnica (cereali, leguminose proteiche, erba medica, ecc)».

«I circa 100 ettari, oggetto dell’avviso pubblicato da Arsac, sono, quindi, una prima tranche e rappresentano solo quelli liberi da coltivazioni all’attualità. Tutti i terreni che si libereranno saranno investiti per le finalità indicate dalla Giunta Regionale e dal dipartimento Agricoltura».

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