Crisi del grano

La Regione Calabria individua solo 99 ettari coltivabili a cereali per mangimi, Molinaro (Lega): «Un flop»

L’Arsac ha emanato una delibera rivolta alle aziende zootecniche, dando priorità a quelle che producono latte. L’ex consigliere regionale: «Un danno d’immagine. Ma siamo su scherzi a parte?»

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di Luana  Costa
12 aprile 2022
13:33

La ricerca di terreni da destinare alle coltivazioni cerealicole si conclude in «un flop». Almeno secondo l'ex consigliere regionale Pietro Molinaro, che in un proprio comunicato dà notizia del numero di ettari reperiti da Arsac all'esito del censimento commissionato dalla Regione: in Calabria sarebbero disponibili complessivamente 99 ettari. Nelle scorse settimane, infatti, la Giunta regionale con proprio atto di indirizzo aveva dato mandato ad Arsac di individuare terreni per la coltivazione di cereali ad uso zootecnico. Una ricerca, tuttavia, ristretta solo ai terreni di proprietà della azienda per lo sviluppo agricolo regionale.

Gli effetti della crisi

Scopo della direttiva era quello di attenuare gli effetti del rincaro delle materie prime, e in particolare dei mangimi, promuovendo una produzione autonoma di cereali da destinare alle aziende zootecniche calabresi. L'avviso è infatti rivolto alle aziende agricole e zootecniche che potrebbero in tal modo produrre cereali da destinare agli allevamenti. «Lo straordinario impegno del dipartimento regionale Agricoltura verso l'autosufficienza della produzione agroalimentare calabrese, affidata all'Arsac con D.G.R. n.125 del 28/03/2022, si rileva non solo un flop ma un danno d'immagine alla reputazione istituzionale» incalza l'ex consigliere regionale sulla scorta dei risutati prodotti dall'operazione.


Il censimento

Nella giornata di ieri infatti il direttore generale di Arsac, Bruno Maiolo, ha licenziato una delibera che approva l'avviso pubblico «rivolto alle imprese agricole e zootecniche costituite in forma associata, con priorità a quelle produttrici di latte, finalizzato alla coltivazione nella presente annata agraria delle superfici disponibili dei centri sperimentali dimostrativi dell’Arsac». Appunto, 99 ettari, di cui 60 individuati in contrada Molarotta a Camigliatello Silano, 23 in contrada Caselle a Tarsia, 11 in località Cupone a Rocca di Neto e 4 in località Sant'Anna a Cutro. In verità, già nei giorni scorsi Coldiretti aveva fornito una stima sugli ettari disponibili da destinare alla coltivazione di grano e mais che, secondo una prima ricognizione, ammontarebbero a quasi ottomila ettari. L'inventario comprende i terreni da destinare anche alla coltivazione di cereali ma soprattutto non solo quelli nella diretta disponibilità di Arsac.

La banca delle terre

«Diverso e sicuramente necessario sarebbe decidere di attuare l'inventario dei terreni non solo nella disponibilità di Arsac, ma anche di Calabria Verde e dei Comuni nonché dei tanti proprietari privati da far confluire nella "Banca della Terra", già operante in altre Regioni. Una metodologia logica, questa sì, per recuperare migliaia di ettari incolti e destinarli prioritariamente ai giovani agricoltori» chiarisce ancora l'ex consigliere regionale che contesta nel merito anche la priorità assegnata - nell'avviso - alle aziende zootecniche produttrici di latte: «Incomprensibile la scelta strategica del dipartimento regionale Agricoltura di richiedere all'Arsac di dare priorità agli allevatori del settore latte, che in Calabria sono 149 su 19.584 complessivi».

Giornalista
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