Ha un sapore calabrese l’edizione 2025 del rapporto di Legambiente “Ecomafia 2025. I numeri e le storie delle illegalità ambientali in Italia”, dedicata al 30ennale della scomparsa del capitano di fregata Natale De Grazia, morto tra il 12 e il 13 dicembre del 1995 mentre indagava sugli affondamenti sospetti nel Mediterraneo di navi con il loro carico di rifiuti.

La Campania svetta al primo posto per reati ambientali accertati nel 2024 con 6.104 illeciti penali, pari al 15% del totale nazionale, con un aumento delle persone denunciate (5.580), dei sequestri effettuati (1.431) e un totale di 50 arresti. La Puglia sorpassa la Sicilia e ritorna al secondo posto, con 4.146 reati, pari al 10,2% del totale nazionale, facendo registrare il maggior numero di arresti (69). Al terzo posto ritroviamo la Sicilia, con il 9,4% di illeciti penali.

Stabile al quarto posto nella classifica complessiva la Calabria (7,9% del totale nazionale) che, tuttavia, incrementa il numero di reati (3.215) e più che raddoppia il dato sugli arresti (41).

Al primo posto tra le province Cosenza (963 reati, 619 denunce), seguono Reggio (599 reati, 555 denunce, Catanzaro (504 reati, 416 denunce), Crotone (459 reati, 361 denunce), Vibo Valentia (293 reati, 275 denunce).

Il ciclo dei rifiuti

Tra le filiere illegali in particolare, la Calabria spicca nel ciclo dei rifiuti collocandosi al secondo posto con ben 1.137 reati, 1287 persone denunciate, 39 persone arrestate e 446 sequestri.

Nella classifica provinciale dei reati, che costituiscono le fattispecie più gravi, tra le prime venti posizioni si collocano ben 4 delle 5 province calabresi: con Catanzaro al secondo posto (319 reati, 313 denunce), Reggio Calabria all’ottavo (239 reati, 256 denunce), Crotone al tredicesimo (198 reati, 195 denunce) e Cosenza al quindicesimo posto (174 reati, 171 denunce). Più in basso nell’elenco Vibo Valentia (123 reati, 132 denunce).

Classifica a parte per quanto riguarda, invece, gli illeciti amministrativi nella stessa filiera dei rifiuti, che sono 400, mentre le sanzioni amministrative sono state 422.

Il ciclo del cemento

Nel ciclo illegale del cemento la Calabria è invece settima nella classifica nazionale con 869 reati, 829 persone denunciate e 134 sequestri. A livello provinciale Cosenza segna il maggior numero di reati raggiungendo il quarto posto, Reggio Calabria è nona e Catanzaro sedicesima. Sono 1725 invece complessivamente gli illeciti amministrativi e 1759 le sanzioni amministrative.

Questi i numeri: Cosenza 196 reati e 204 denunce, Reggio 140 reati e 132 denunce, Catanzaro 95 reati e 74 denunce, Vibo Valentia 70 reati e 64 denunce, Crotone 55 reati e 40 denunce. 

I reati contro gli animali

Inoltre la Calabria è settima per reati contro gli animali (6,1% del totale): tra le prime venti posizioni si colloca Reggio Calabria al diciassettesimo posto con 143 reati. Considerando anche gli illeciti amministrativi, Reggio Calabria raggiunge il nono posto mentre Cosenza è dodicesima.

I numeri: Reggio 143 reati e 137 denunce, Cosenza 133 reati e 118 denunce, Crotone 96 reati e 94 denunce, Vibo Valentia 50 reati e 48 denunce, Catanzaro 20 reati e 17 denunce. 

Parretta: «Serve l’impegno di tutti»

«I dati del rapporto Ecomafia 2025 confermano il quarto posto della Calabria con un pesante incremento complessivo (+303) del numero dei reati rispetto all’edizione 2024» commenta Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria.

«La situazione più preoccupante – aggiunge – è legata al ciclo di gestione dei rifiuti, nel quale, nella nostra regione, si è verificata una grave impennata di reati che portano la Calabria dal terzo ad un poco onorevole secondo posto e costituiscono una minaccia per l’ambiente, per la salute dei cittadini e per l’economia. La Calabria deve rendere concreto un cambiamento che coinvolge tutti gli attori della società calabrese, cittadini, imprese ed istituzioni, per realizzare sul territorio sviluppo sostenibile ed un’economia sana e circolare. È necessario l’impegno di tutti per non dover più vedere la nostra bella regione ai vertici delle classifiche dell’illegalità. È un tributo etico ed un dovere morale che dobbiamo anche alla memoria di chi, come il capitano di Fregata Natale de Grazia, ha dato la propria vita per rivelare la verità e ristabilire la giustizia sul traffico di rifiuti tossici e radioattivi e sulle navi a perdere nel Mediterraneo».

Cartisano: «Serve una rottura culturale»

«Noi, come piaceva dire al capitano Natale De Grazia, odiamo le cose storte e siamo convinti che serve una forte rottura culturale su tutto il territorio regionale», dichiara Daniele Cartisano, presidente circolo Legambiente Reggio Calabria-Città dello Stretto. Che aggiunge: «Non possiamo più tollerare questa forma strisciante di accettazione sociale che rende questi reati meno scandalosi di quanto dovrebbero essere. La denuncia, la mobilitazione civica, l’educazione alla legalità devono diventare strumenti quotidiani di resistenza. Ogni reato ambientale, ogni abuso edilizio, ogni atto di crudeltà verso gli animali rappresenta un’offesa non solo alla legge, ma alla dignità stessa del territorio e di chi lo abita. Restare indifferenti significa esserne complici».