Rifiuti fuori regione, più controlli e ritiri giornalieri: così Reggio Calabria prova a contenere l'emergenza

VIDEO | Incontro con la stampa a palazzo Alvaro per annunciare le iniziative di Comune e Città Metropolitana. Sulla discarica Melicuccà si attendono valutazioni scientifiche a seguito delle quali si opterà o meno per la riapertura

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di Anna Foti
2 luglio 2021
07:05

«Si sta operando per assicurare efficienza ai tre impianti che lavorano il rifiuto indifferenziato sul territorio metropolitano, ossia Sambatello, Siderno e Gioia Tauro e che producono uno scarto giornaliero pari a circa 240 tonnellate. La criticità resta ancora quella di garantire l'uscita di questi scarti, in assenza di discariche di servizio nel nostro Ato e impedire che si accumulino e che rallentino il regolare e corretto funzionamento degli impianti stessi», così il consigliere metropolitano con delega all'Ambiente Salvatore Fuda, in occasione dell'incontro con la stampa, svoltosi nella sala Gilda Trisolini di palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana, alla presenza anche dell'assessore comunale all'Ambiente Paolo Brunetti e dei dirigenti di settore Pietro Foti e Domenico Richichi.

«La quantità di scarti, in queste settimane di luglio, è diminuita in ragione del minore carico conferito in impianti e della trasferenza del tal quale, dunque del rifiuto raccolto e trasferito senza lavorazione, in Puglia. Non vi sono al momento altre soluzioni. È necessario puntare sull'aumento della percentuale di raccolta differenziata, per la quale abbiamo i canali di uscita e capacità di valorizzazione. Non possiamo che invocare, dunque, ancora una volta la collaborazione della cittadinanza, pur consapevoli del momento di particolare stanchezza e difficoltà», ha spiegato il consigliere metropolitano Fuda.


La trasferenza degli scarti fuori regione

In una situazione già critica anche dal punto di vista igienico-sanitario, segnata da accumuli, micro discariche abusive diffuse e combustioni di rifiuti, Città Metropolitana e Comune di Reggio Calabria si coordinano e mettono, dunque, in campo delle iniziative in vista della già torrida stagione estiva, per altro anche segnata dalla ripresa post Covid; stagione che dovrà fare nuovamente i conti con la perdurante assenza di discariche finali nell’intero Ato e, quindi, con ulteriori criticità. Da qui l’esigenza di trasferire gli scarti a Lamezia e fuori regione in Puglia, in Sicilia e a Mantova, con costi a carico dei singoli Comuni. La trasferenza sta riguardando anche i rifiuti tal quali, per consentire ai tre impianti di lavorazione di operare al meglio, di non sovraccaricarsi e di poter smaltire gli arretrati e le raccolte che, spesso, non attengono solo all'ordinario ma si estendono anche alle continue e ingenti discariche abusive sparse per la città.

«È bene precisare che, nonostante gli impianti di lavorazione metropolitani siano sofferenti e bisognosi di attenzione e interventi, essi sarebbero in grado di assolvere al compito di lavorare le 480 tonnellate di tal quale che l'intero comprensorio produce ogni giorno. Tuttavia la precarietà del conferimento degli scarti, ci impone di essere previdenti di produrne di meno per evitare accumuli a cattivi funzionamenti. Per questo il recente accordo di trasferirne 150 tonnellate al giorno in Puglia», ha spiegato ancora il consigliere metropolitano Salvatore Fuda, sottolineando che la Città Metropolitana.

Le iniziative del Comune di Reggio

Ma le soluzioni individuate non consistono solo nella trasferenza. «Il Comune di Reggio Calabria ha disposto il ritiro giornaliero del rifiuto differenziato presso i lidi e le attività fronte mare della fascia costiera che va da Catona a Bocale. Il servizio, reso da Avr, è già attivo da una settimana e sta dando i primi risultati importanti in termini di collaborazione da parte degli esercenti. Abbiamo provveduto anche a dotare dei kit chi aveva perso la fiducia e stiamo riscontrando un impegno che ci fa ben sperare. Inoltre ci sarà un maggiore controllo da parte degli Uffici sulla raccolta di Avr soprattutto del rifiuto differenziato e, avvalendoci della collaborazione delle Guardie ambientali e di altre associazioni, intendiamo rafforzare la vigilanza sul territorio e intervenire in caso di comportamenti poco virtuosi da parte dei cittadini», ha spiegato l'assessore comunale all'Ambiente Paolo Brunetti.

Gestione coordinata 

Una situazione critica che sta impegnando Comune e Città Metropolitana, quest'ultima in quasi quotidiano contatto con la Regione e in stretta collaborazione con l'assessore al ramo Sergio De Caprio, nella messa in atto di misure di controllo ed efficientamento della raccolta e nel reperimento di spazi, ovviamente da acquistare, visto l'Ato ne è ancora sprovvisto, per il conferimento degli scarti.

Verso il piano di Ambito

Tutto questo mentre si lavora alla redazione del piano d’Ambito, strumento che consentirà un'ottimale gestione di tutto il ciclo dei rifiuti all'interno degli stessi territori e dal quale si attende anche una gestione unica della raccolta e del ciclo intero dei rifiuti, auspicabilmente pubblica e dunque internalizzata. Il piano, una volta definito, sarà sottoposto ai singoli Comuni e con loro condiviso. «In questa fase difficile, noi non stiamo solo individuando delle soluzioni per fronteggiare l'esigenza di non accumulare scarti che non hanno uno sbocco naturale nel nostro Ato. Stiamo anche investendo sulla programmazione, fase fondamentale per guardare avanti, specie in vista delle risorse che da qui a breve arriveranno per la transizione ecologica e rispetto alle quali bisognerà misurarsi sul terreno della capacità degli stessi territori di gestire autonomamente e compiutamente l'intero ciclo dei rifiuti», ha sottolineato il consigliere metropolitano Salvatore Fuda.

Al lavoro per i 97 Comuni

In questa fase la Città Metropolitana sta svolgendo un lavoro per i suoi 97 Comuni sui quali ricadono tutti i costi di queste operazioni, con tutte le problematiche anche legate ai singoli piani Tari. «Lo scorso anno la spesa è stata di 26 milioni di euro. Quest'anno prevediamo un aumento di tre o quattro milioni di euro per portare fuori gli scarti. Una situazione che non ha sbocco altro a meno di ridurre la quantità di rifiuto indifferenziato, e quindi di conseguenza gli scarti, aumentando le percentuali di porzioni differenziate. Non vi sono alternative se non questa per evitare la trasferenza che al momento resta la soluzione da praticare, visto che la costruzione di impianti finali nell'Ato è in là da venire. Purtroppo il problema non è solo reggino ma riguarda tutta la Regione», ha messo ancora in evidenza il consigliere metropolitano Salvatore Fuda.

Corresponsabilità

Non vi sono soluzioni immediate al problema. Vi sono però, intanto, comportamenti virtuosi da acquisire nell'ottica di uno scatto culturale che non può essere solo frutto di repressione e coercizione. È necessario acquisire la consapevolezza che l'unica via d'uscita vera è quella di produrre meno scarti e di ridurre al minimo la necessità di conferire in discarica finale. È dunque necessario continuare a fare la raccolta differenziata. Ci rendiamo conto dei disagi e dei disservizi, ma il traguardo si raggiunge anche e soprattutto con il contributo fattivo della cittadinanza», ha dichiarato ancora il consigliere metropolitano Salvatore Fuda.
Accanto ai controlli per chi vive fuori dalle regole, sui quali richieste sono state rivolte alla Prefettura per ricevere un appropriato supporto, resta infatti prioritario il senso corresponsabilità.

Il nuovo appello

«Meno rifiuti indifferenziati produciamo, maggiori saranno le possibilità di uscire da questo ennesimo periodo di crisi. Io rinnovo l'appello a fare la raccolta differenziata. Questo è davvero un grido di aiuto. Pur condividendo con tutta la cittadinanza le difficoltà e il sentimento di esasperazione dettato da questo lungo momento critico, essa resta l'unico viatico davvero risolutivo. Non dobbiamo fermarci ma dobbiamo rilanciare e incentivare tale pratica. Le istituzioni ci sono ma è fondamentale la collaborazione della cittadinanza», ha sottolineato l'assessore comunale all'Ambiente, Paolo Brunetti.

Dove vanno i rifiuti raccolti

Delle 480 tonnellate di rifiuti tal quali che vengono prodotti ogni giorno dai 97 comuni della Città Metropolitana, 150 vanno direttamente in Puglia, gli altri vengono lavorati negli impianti di Sambatello, Siderno e Gioia Tauro. Gli scarti di questa attività (240 tonnellate al giorno di cui 130- 150 prodotte solo dal comune di Reggio) vengono poi destinati nella misura del 50% al termovalizzatore di Gioia Tauro. Per il restante 50 %, non essendoci discarica finale in Ato, si pone il problema risolto, per il momento, con il trasferimento in Puglia, in Sicilia, a Mantova e in quota parte a Lamezia, unico impianto in regione ancora in grado di accogliere scarti. La trasferenza in Puglia di 150 tonnellate di rifiuto non lavorato, quindi non scarto, sta consentendo di alleggerire gli impianti e di ridurre la quantità di scarto da dover piazzare fuori. Questa situazione dovrebbe garantire una gestione tranquilla per almeno due mesi.


Sul fronte dell'umido, si trascina ancora la situazione claudicante dell'unico impianto pubblico di lavorazione presente in Ato, ossia quello di Siderno. Non ancora ripristinato, dopo l'incendio dello scorso anno, ad oggi riceve solo 60 tonnellate, rispetto alle 180 di prima. Dunque la lavorazione delle 650 tonnellate alla settimana prodotte dal territorio metropolitano necessita di integrare con altri spazi al momento trovati a Celico (50 tonnellate) e Calabria Maceri (100 tonnellate) nel cosentino, Vazzano (180 - 200 tonnellate) nel vibonese e Cittanova (200 tonnellate) nel reggino.


«Su questo fronte miglioramenti saranno registrati quanto l'impianto di Siderno sarà ripristinato. Inoltre buone notizie sono legate ai lavori di ammodernamento dell'impianto di Sambatello che contemplano anche l'attivazione di una linea di trattamento delle frazione umida che potrà accogliere fino a 18 mila tonnellate all'anno. Avviate le prime attività di demolizione. Sarà un impianto moderno capace di trasformare il rifiuto in risorsa», ha annunciato ancora il consigliere metropolitano Salvatore Fuda.

Discarica a Melicuccà

Massima cautela ormai nella comunicazione, specie circa la discarica di Melicuccà, di cui la Città Metropolitana è soggetto attuatore designato dalla Regione. «Insieme alla Regione stiamo lavorando per capire se e quando questo impianto potrà entrare in funzione. Su questo specifico argomento da qui a breve, insieme alla Regione, faremo pubblicamente un punto illustrando tutte le attività svolte finora e quello che sarà di questo impianto. Questa la linea concordata con l'assessore Sergio De Caprio. Ci siamo affidati all'evidenza scientifica e a quella ci atterremo», ha sottolineato con fermezza il consigliere metropolitano Salvatore Fuda.


Circa gli esiti dello studio affidato al Cnr, sono al lavoro i settori di Città Metropolitana e Regione per approfondire. In questa fase saranno coinvolti anche l'Ispra e il Ministero di Transizione Ecologica.

La Regione Calabria dovrebbe, inoltre, appaltare a breve la costruzione della discarica a Motta San Giovanni mentre sul fronte dell'impianto nella Locride, è in corso l'interlocuzione con i sindaci. «Sono stati stabiliti dei principi per individuare le località. Il Settore della Città Metropolitana ha condotto queste valutazioni e adesso si dovranno incontrare i sindaci», ha concluso il consigliere metropolitano con delega all'Ambiente, Salvatore Fuda, evidenziando che questo impianto comunque non ha ancora una copertura finanziaria.

Giornalista
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