Rifiuti, la “rivoluzione” di Santelli: «Affrontiamo l'emergenza, poi cambierà tutto»

La governatrice annuncia la volontà di rivedere un sistema che ciclicamente va in crisi. «Terremo conto delle indicazioni dell'Ue sull'economia circolare». Ma prima bisogna risolvere il blocco attuale: «Riattiveremo discariche pubbliche»

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di Redazione
21 maggio 2020
21:28
Jole Santelli
Jole Santelli

«È arrivato il momento di rompere, una volta per tutte, un sistema che non funziona, che produce emergenze cicliche e che comporta un enorme spreco di risorse pubbliche. Va così da circa vent'anni, ora bisogna avere il coraggio di avviare una vera rivoluzione. Sui rifiuti la Calabria deve cambiare approccio e visione: da problema, devono diventare una risorsa per tutto il territorio». Così il presidente della Regione Calabria Jole Santelli.

Il sistema fa acqua

«È del tutto evidente – spiega ancora – che, malgrado un commissariamento durato due decenni e un fiume di soldi pubblici sprecati, il sistema continui a fare acqua da tutte le parti e a determinare emergenze che si ripetono sempre uguali. È altrettanto pacifico, perciò, che devono cambiare le soluzioni, perché quelle adottate finora non hanno funzionato, ma sono state piuttosto un combustibile per alimentare nuove emergenze».


 

«È necessario – prosegue Santelli – rompere con decisione il sistema dell'emergenza continua. Per farlo, è necessario dare vita a una fase di transizione di circa un anno e mezzo, il tempo che serve per dare vita a un nuova impiantistica che tenga conto delle indicazioni dell'Unione europea sull'economia circolare. L'imperativo è produrre meno rifiuti, aumentare il riciclo di quelli urbani e d'imballaggio, disincentivare il ricorso alla discarica e all'incenerimento. La Regione Calabria dovrà puntare sulla prevenzione, sul riuso, perfino sulla valorizzazione dei rifiuti in quanto “prodotti” in grado di generare ricchezza per il territorio e le comunità. È questo il nostro obiettivo a lungo termine: riorganizzare l'intero ciclo dei rifiuti in Calabria. Per realizzarlo, avremo bisogno di un sistema impiantistico alternativo e di non perdere altro tempo con soluzioni che si sono rivelate inefficaci e perfino controproducenti».

Affrontare la crisi attuale

«Ovviamente – continua il presidente della Regione –, prima di arrivare al traguardo dobbiamo affrontare, qui e ora, la crisi attuale. L'ultima ordinanza che ho emanato punta perciò sugli impianti pubblici già presenti sul territorio, gli stessi impianti che, per circa vent'anni, sono stati sotto o male utilizzati, per ragioni oscure e mai del tutto chiarite».

 

«Nello specifico – puntualizza la governatrice –, contiamo di superare l'emergenza per mezzo della riattivazione della discarica di San Giovanni in Fiore, dove conferirà l'Ato di Cosenza; di quella di Celico, dove conferirà l'Ato di Catanzaro e Vibo e una parte della Città metropolitana di Reggio Calabria, la quale, inoltre, trasferirà buona parte della sua indifferenziata in Puglia. Crotone continuerà invece a conferire nell'impianto della città. Questa è la nostra soluzione all'emergenza nel breve periodo. Quella di medio periodo prevede invece la riattivazione delle discariche di Lamezia Terme, Cassano allo Jonio e Melicuccà. Già domattina i tecnici di Regione Calabria, Arpacal e Protezione civile si recheranno nei siti per verificare lo stato degli impianti e individuare le soluzioni utili per una loro celere riattivazione. I dati in nostro possesso ci confermano che la messa a regime dei soli impianti di Lamezia e Cassano ci permetterà di superare l'attuale emergenza».

 

«Comprendo e sono vicina ai cittadini e ai sindaci costretti a fare i conti con tanti disagi ormai diventati ciclici come l'alternarsi delle stagioni. Questa – conclude Santelli – è una sfida per tutta la Calabria, per la Regione, per gli Ato, per le singole comunità. Abbiamo le competenze e le risorse per centrare il risultato, ma dovremo lavorare seriamente verso l'obiettivo finale, altrimenti tra pochi mesi ci ritroveremo al punto di partenza. Dobbiamo mettere a soqquadro questo sistema perverso. E finalmente crearne un altro: sostenibile per i territori, vantaggioso per le casse pubbliche, al servizio dei cittadini».

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