Lo rende noto il servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Asp di Catanzaro che ha chiesto l’adozione di specifiche misure al gestore: «Parametri nella norma, non si sono più evidenziati superamenti»
Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
«Benché i parametri dell’acqua fossero nei limiti di legge, nell’ultimo anno sono stati eseguiti lavori per apportare migliorie significative all’impianto di potabilizzazione dell’acquedotto Crocchio di Sersale da parte del gestore Sorical». È quanto si legge in una nota diffusa dal Sian dell’Asp di Catanzaro.
L’impianto in questione alimenta l’acqua che viene distribuita alle reti idriche dei comuni di Sersale, Cerva, Andali, Bercastro, Petronà, Cropani e Marcedusa. È stato il servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Asp di Catanzaro, competente in materia di controlli dell’acqua destinata al consumo umano, a promuovere gli interventi proprio in occasione della ennesima interruzione della erogazione dell’acqua da parte del gestore in seguito ad un temporale.
Il servizio Asp fa sapere che dal momento che «una comunità non può essere lasciata al secco quando l’acqua che alimenta l’impianto Crocchio diventa torbida in seguito ad eventi atmosferici avversi, si è subito attivato eseguendo i controlli del caso, attraverso verifiche analitiche ed ispezioni sull’impianto e, come esito finale, ha emanato specifiche disposizioni affinché il gestore provvedesse ad apportare i correttivi strutturali e gestionali necessari».
Dopo un iter procedurale un po' travagliato, si è giunti al risultato auspicato. «All’impianto sono state apportati modifiche nella sezione di abbattimento della torbidità ed in quella di disinfezione. Dal punto di vista pratico, i correttivi hanno già prodotto una migliore qualità dell’acqua e, per quanto riguarda la continuità della erogazione, difficilmente ci saranno interruzioni nel futuro. Siamo in realtà ad una fase sperimentale – si legge ancora nella nota – pronti ad intervenire ancora fino a quando sarà garantita, con assoluta certezza, l’erogazione senza mai nessuna interruzione. Benché negli ultimi anni i parametri non si siano mai discostati significativamente dai limiti di legge, anche dal punto di vista qualitativo e della sicurezza le analisi degli ultimi mesi dimostrano che l’acqua è migliorata».
L’attenzione è stata rivolta in modo particolare ad alcuni parametri quali i trialometani il cui limite è fissato, anche dall’ultima normativa (D.Lgs 18/2023), a 30 microgrammi a litro e che, secondo i controlli dell’Asp, non hanno mai evidenziato superamenti. Ma trattandosi di una sostanza cancerogena, il servizio di Igiene degli Alimenti, non si limita a riscontrare che il valore non venga superato.
L’Asp sottolinea che «in tutti i territori di competenza, “pretende” che i trialometani siano contenuti ai livelli più bassi possibili, ciò a scopo preventivo partendo dal principio che una sostanza cancerogena non ha limiti di sicurezza. Orbene, siccome la concentrazione del parametro ha una relazione oltre che con le sostanze organiche presenti nell’acqua, con altri fattori che intervengono nel processo di potabilizzazione, il servizio di Igiene degli Alimenti dell’Asp è intervenuto su tutti i fattori.
E come ci si poteva aspettare, i risultati favorevoli sono arrivati: il livello dei trialometani è sensibilmente calato, con una concentrazione negli ultimi mesi riscontrata intorno a 3 microgrammi/litro. Il dato assume un significato molto importante e anche la nostra impostazione di “pretendere” una concentrazione più bassa possibile del parametro in questione, trovano la loro ragione dalle evidenze scientifiche di articoli pubblicati nelle ultime settimane.
Tali pubblicazioni hanno evidenziato che il limite di legge è da ritenersi superato poiché anche una concentrazione più bassa può espletare la sua azione negativa sulla salute umana».