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domenica 29 marzo 2020 | 14:23
Rocco Greco

"U vraciòlu 'i malangiana", i versi per insaporire la quarantena - Blog

Un piatto che risalta la melanzana, nei suoi più variegati modi di preparazione, utilizzando le strofe in vernacolo

di Rocco Greco

Come abbiamo già riferito su queste colonne, in questi giorni di quarantena decretati dal Governo per contenere l’emergenza Coronavirus, cogliendo i comportamenti delle persone attraverso i social network, ci accorgiamo come i fornelli la facciano da padroni sulle attività svolte al chiuso delle nostre abitazioni.

 

Leggere, guardare film, ingegnarsi in lavoretti di découpage ed altro, va bene. Ma dove la gente si sta davvero scatenando è la cucina. Torte salate, torte dolci, pizze e pane fatto in casa (i più meticolosi addirittura con lievito pasta madre). Pare che impastare ci renda felici. Tant’è vero che uno dei prodotti che per primo termina sugli scaffali dei supermercati, oramai è certo, è il lievito fresco.

 

Trascorrere il tempo con le mani in pasta ci fa stare bene e ancor di più confezionare piatti e dolci della tradizione della nostra cucina regionale. Questa volta, dopo i filèjia (o strangùgghj), non poteva mancare la melanzana nei suoi più variegati modi di preparazione, compreso u vraciòlu, che, se la melanzana è la Regina, questa autentica delizia è il Re. Ricorrendo sempre ai nostri versi in vernacolo, andiamo a presentare questo ortaggio, tra i più amati dai calabresi.

U VRACIÒLU ‘I MALANGIÀNA!

Supra ‘a tavula, d’estàtiO di vernu , nzoquand’èPiaci a tutti li palatiComu a chista no’ nge n’è!

 

A involtini o a parmigianaChjna o gratinata ò furnu‘A regina è a malangiàna‘A pôi fari nzoccomè!

 

Cu’ nu pocu di furmaggiuPani addimuràtu e tunnuSpezzi, petrusìnu e agghju,U vraciòlu esti u rre!

 

Sì, u fannu a ogni paìsi,M’hai m’u provi, m’assapùriChistu fattu a’ calabrìsi,Poi mi dici comu è!